La digestione dei carboidrati e il successivo assorbimento intestinale producono glucosio, galattosio e fruttosio: questi zuccheri vengono trasportati nel sangue, e, a livello epatico, essi vengono convertiti in glucosio. La glicemia è quindi, banalmente parlando, il livello di glucosio presente nel sangue come conseguenza della digestione e dell’assorbimento dei carboidrati: essa riveste una importanza fondamentale per l’organismo, ma non può superare un certo limite, al fine di definire un corpo sano e privo di rischi. La glicemia alta è, infatti, fonte di molte malattie, prima e più conosciuta tra tutte il diabete, e, qualora essa sia tendente a valori medio-alti aumenta il rischio di molte patologie rischiose ed importanti come i tumori: i limiti dell’intervallo di normalità di 65-110 mg/dl, vanno quindi rispettati al fine di non indurre nell’individuo situazioni di cattiva salute. La glicemia, naturalmente, aumenta nei soggetti diabetici e si abbassa negli individui a digiuno: se in una persona sana questo parametro oscilla, a digiuno, tra gli 80 ed i 100 mg/dl, al termine di un pasto sono considerati normali i valori glicemici intorno ai 130-150 mg/100ml, ma in ogni caso il livello di glucosio nel sangue non dovrebbe mai superare i 180mg/dl. Quando la glicemia si alza, il corpo inizia a perdere glucosio attraverso le urine – la cosiddetta glicosuria. Questa azione “difensiva” dell’organismo, anche se può apparentemente sembrare positiva, in realtà non lo è affatto, perché insieme all’eccessiva quantità di glucosio, con le urine si va a perdere anche una quantità importante di acqua, inducendo l’individuo a pericolosi fenomeni di disidratazione e causando gravi disfunzioni. Quando, invece, la glicemia si abbassa, a seguito di una ridotta assunzione di glucosio e di una sua carente presenza nel sangue, si ha invece un fenomeno chiamato ipoglicemia, accompagnato da sintomi importanti come tremori, pallore, stanchezza e spossatezza, fame improvvisa, e, in alcuni casi – ovvero in livelli glicemici al di sotto dei 20mg/dl – si può andare addirittura incontro al coma o alla morte. Il legame tra la glicemia e i carboidrati sta soprattutto nell’indice glicemico: determinati alimenti contenenti carboidrati complessi, possono essere portatori di un indice glicemico elevato, in grado di innalzare improvvisamente il livello di glucosio nel sangue e chiaramente inducendo a fenomeni di iperglicemia. L’azione dell’insulina è, in questo caso, fondamentale: essa infatti agisce sugli epatociti ed influenza il metabolismo di vari tessuti, regolando in difetto la presenza di zucchero nel sangue; l’altro ormone in grado di regolare il livello di glucosio nel sangue – ma in eccesso – è il glucagone, la cui azione è, al contrario dell’insulina, iperglicemizzante.
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