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La diarrea del viaggiatore

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La diarrea del viaggiatore – di cui sono generalmente responsabili i ceppi ETEC (Enterotoxigenic E.Coli), di un batterio chiamato “Escherichia Coli”, che producono una molecola tossica per l’apparato digerente, ovvero l’enterotossina – rientra nella categoria delle malattie alimentari dovute alla contaminazione con cibi e liquidi infetti. La diarrea del viaggiatoreEssa è una malattia infettiva delle vie digerenti – per meglio dire, un’enterite – che si verifica soprattutto in soggetti che provengono da paesi in cui il tenore igienico-sanitario è altamente sviluppato e si recano in paesi in cui esso è più scarso o meno controllato (da qui il nome di “diarrea del viaggiatore”). I paesi a maggior rischio sono il Sud-Est asiatico, l’India, il Bangladesh ed alcuni paesi dell’Africa e dell’America Centrale, in particolare il Messico, ma la sindrome è particolarmente frequente anche in Nord Africa e nell’area mediorientale: possono favorire la presenza e l’insorgere della malattia fattori igienici – scarsa igiene soprattutto degli alimenti e delle bevande – ma anche le età estreme della vita (bambini ed anziani), l’ipocloridria (la scarsa produzione di acido cloridrico da parte dello stomaco), un deficit del sistema immunitario e l’adozione di stili di vita delle popolazioni locali. COME SI MANIFESTA E SINTOMI: Questa malattia – su cui si è calcolato che sia in grado di colpire ogni anno statisticamente circa 6 milioni di persone – si manifesta di solito con presenza di sindromi diarroiche di tipo secretorio, di gravità variabile, il cui esordio può essere molto acuto, e caratterizzato dalla presenza di una diarrea acquosa, accompagnata da dolori addominali, crampi e talvolta anche da vomito e febbre. Il periodo di incubazione della malattia varia dalle 24 alle 48 ore: il decorso della diarrea del viaggiatore è di solito da considerarsi benigno, tanto che nell’arco di 24-48 ore i sintomi iniziano a regredire per poi scomparire del tutto nel giro di alcuni giorni. Per quanto invece riguarda i bambini, possono verificarsi altre complicazioni generalmente dovute alla comparsa di disidratazione ed alterazioni dell’equilibrio idrico e di sali, che possono evolvere verso un quadro clinico che può ricordare molto da vicino quello del colera. CURA: La terapia antibiotica nei casi meno gravi non è contemplata, ma può essere indicata nei casi in cui la sintomatologia sia molto pronunciata e/o protratta nel tempo: negli adulti i farmaci di prima scelta sono i fluorochinoloni, nei bambini il cotrimoxazolo. In generale, comunque, la cura di questa malattia è basata sulla reidratazione e sulla reintegrazione dei sali persi con le feci e con il vomito, ma a volte può essere contemplato anche l’uso di antispastici e antidiarroici, o di integratori di fermenti lattici. La diarrea del viaggiatore

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