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L’Aloe Vera, pianta miracolosa

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L’Aloe Vera è una pianta succulenta della famiglia delle Aloeacee che predilige i climi caldi e secchi. Spesso chiamata la “Pianta del Miracolo” o il “Guaritore Naturale”, in tanti scambiano questa piantagione per un cactus, ma, in realtà, appartiene alla famiglia del giglio. Sopravvive dove altre piante appassirebbero e morirebbero, grazie all’azione dei suoi pori, i quali si chiudono e impediscono la perdita di umidità.
Ci sono oltre 200 varietà di Aloe Vera, ma solo l’Aloe Barbadensis Miller è la pianta che ricopre vasta utilità per l’uomo grazie alle sue proprietà medicinali.
I componenti principali dell’Aloe sono: antracenici liberi o legati a fattori glicosidici; aloina, antibiotico naturale e lassativo drastico; barbaloina; capaloina; socaloina; aloemodina; isoemodina; crisofanolo; ormonosimili; isobabaloina, un analgesico; acido aloeico, un antibiotico;emodina, un battericida.
Tra gli enzimi, contiene fosfatasi alcalina; amilasi; bradichinasi; catalasi; cellulasi; creatina fosfochinasi; lipasi; nucleotidasi; proteolitiasi.
Contiene, inoltre, acidi grassi polinsaturi, necessari alla crescita della mielina dei nervi e ideale per molteplici funzioni intestinali indispensabili alla vita.
Tra gli amminoacidi, abbiamo la presenza di sette su otto essenziali: isoleucina; leucina; lisina; metionina; fenilalanina; treonina e valina. Dei quattordici secondari, si avvale della presenza di ben undici: aspartico; glutammico; alanina; cistina; arginina; glicina; istidina; idrossiprolina; prolina; serina; tirosina.
Tra i mono e i polisaccaridi, abbiamo: cellulosa; glucosio; aldonentosio,a uronico; lipasi; alinasi; l-ramnosio e acemannano.
Tra i minerali, compaiono: potassio; ferro; calcio; fosforo; sodio; magnesio; manganese; rame; zinco e cromo.
Infine, è un concentrato di vitamine: tutte le B, le C, le E e le A.
Storicamente, antichi documenti attestano che i benefici dell’Aloe Vera erano conosciuti da molti secoli. I suoi vantaggi terapeutici e le sue proprietà salutari sopravvivono da più di 5000 anni. Nel 1862 George Ebers fu il primo a scoprire su di un papiro egiziano, risalente al 1500 avanti Cristo, quanto fosse già nota fin dall’antichità l’Aloe Vera.
Medici greci e romani la usavano con effetti miracolosi come erba medicinale.
I ricercatori hanno scoperto che le antiche culture Cinese e Indiana facevano largo uso dell’Aloe Vera. In particolare, le regine egiziane le attribuivano un ruolo primario nella loro grande ricerca per la bellezza fisica, mentre, nelle Filippine la utilizzano col latte per curare le infezione renali.
Anche nella Bibbia sono presenti riferimenti all’Aloe e, la storia ci dice che Alessandro il Grande conquistò l’isola di Socrotra, nell’Oceano Indiano, per disporre di una buona riserva di Aloe in modo da curarne le ferite in battaglia dei suoi soldati.
Oggigiorno, nonostante i rimedi chimici si dimostrino largamente efficaci, il loro uso prolungato porta a complesse interazioni con altre sostanze e farmaci e possono causare degli effetti collaterali terribili per il paziente. Di conseguenza, molti consumatori e scienziati stanno ritornando a prendere in considerazione le più tradizionali e naturali terapie che per molto tempo sono state ignorate.
L’Aloe Vera si compone di un numero di foglie, variabili a seconda delle dimensioni della pianta, che si presentano in una forma allungata, lanceolata ed appuntite all’estremità.
Le stesse, unite in un folto ciuffo, hanno aspetto piuttosto carnoso in quanto presentano, al loro interno, un tessuto ricco di acqua, oltre ad essere costituite da spine lungo il contorno.
Il fiore dell’Aloe Vera, che può essere di colore giallo o rosso, si sviluppa al centro del ciuffo di foglie ed ha forma di grappolo d’uva.
La parte della pianta impiegata per svariati scopi curativi, proviene dalla foglia che, raggiunta la giusta maturazione ed un aspetto carnoso, verrà incisa per ricavarne quella polpa, trasparente e lucida quanto un ghiacciolo, comunemente utilizzata in un’ampia gamma di prodotti.
La pianta dell’Aloe, è conosciuta per le sue proprietà rigeneranti in casi di cura della pelle. Studi e pratiche hanno dimostrato, infatti, che l’Aloe Vera, in caso di ustioni, favorisce la crescita delle cellule morte o danneggiate.
Proprio per questa capacità, alla pianta è stata riconosciuta negli Stati Uniti l’accezione di curativa, dove un suo primo impiego risale al 1942 quando Rodney Stockton, ingegnere chimico americano, curò una grave ustione dovuta al sole, semplicemente facendo uso della polpa gelatinosa estratta dall’Aloe Vera.
Visto l’ottimo effetto curativo ottenuto sulla propria pelle, l’ingegnere proseguì le ricerche e riuscì a stabilizzare il gel onde evitarne l’ossidazione.
In secondo luogo, alla pianta si riconoscerebbe una proprietà antinfiammatoria ed in caso di infiammazioni, manifestazioni dolorose e febbre avrebbe azione lenitiva ed analgesica.
Inoltre all’Aloe Vera viene attribuita una portata energetica idratante e disintossicante perchè sembrerebbe capace di donare una sensazione di benessere all’intero corpo che aiuta a ripulire dalle tossine.
Infine l’Aloe Vera avrebbe la specificità di ostacolare lo sviluppo di funghi, virus e batteri donando sollievo in caso di prurito.
L’utilizzo terapeutico dell’Aloe risale a tempi troppo lontani per datarne le origini, così, la scienza medica antica ce ne lascia alcune informazioni che appartengono sicuramente ad una somministrazione in cui la composizione è ricca in acemannano e scarsa in antrachinoni.
La preparazione contenente antrachinoni è responsabile delle attività drasticamente lassative, peraltro anche tossica, in quanto col passare del tempo genera una sorta di pigmentazione della mucosa colica “melanosis coli”, sulla quale si stanno sospettando effetti collaterali cancerogeni.
La composizione ricca in antrachinoni possiede tutte le controindicazioni di un lassativo peristaltico, peraltro fautore della pseudomelanosis coli, con elevato rischio tumorale. Oltretutto l’azione dell’Aloe passa nel latte materno.
Per quanto concerne la forma gel, abbondantemente presente solo in acemannani, non si è riscontrata alcuna azione tossica, pur restando in attesa di verifiche dovute ad una sostanza di tale grado terapeutico.
Il pericolo maggiore potrebbe provenire dall’uso empirico di una composizione con antrachinoni al posto di quella con acemannano, comunque ovviabile riferendoci ad aziende controllate e responsabili.

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