Dall’incontro promosso a Roma dalla Fondazione Icona, nota in tutto il mondo giungono nuove notizie sull’Aids. Sono stati, in particolare, presentati i dati dello studio Icona iniziato più di dieci anni fa. Nata nel 1907, Icona ha accolto 6207 pazienti sieropositivi non ancora trattati con terapie antiretrovirali, provenienti da ben 71 centri clinici del territorio nazionale. Il progetto portato avanti da Icona consente di avere un quadro più chiaro del fenomeno in Italia.
Come si trasmette l’infezione
La Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (SIDA) o Acquired Immune Deficiency Syndrome (AIDS) è una malattia virale associata all’infezione dal virus Hiv. Diagnosticata per la prima volta nel 1981, la malattia si manifesta con una grave riduzione delle difese immunitarie e in particolar modo, con una drastica caduta dei linfociti T, e dunque, con l’insorgenza di patologie infettive. Inizialmente la sindrome venne identificata con l’appellativo di Grid (Gay – Related Immune Deficiency) ma ben presto il nome fu mutato in Aids poiché dagli studi delle autorità sanitarie emerse che ben metà della popolazione era affetta dalla patologia appena scoperta. Un tempo un’elevata percentuale di pazienti acquisiva l’infezione attraverso la tossicodipendenza ma questa percentuale è diminuita. Oggi, infatti, la maggior parte dei pazienti si infetta per via sessuale, attraverso il contatto con il liquido seminale e per via ematica in seguito a trasfusioni o a scambio di siringhe infette. Questi soggetti non sanno di appartenere spesso a una popolazione a rischio per cui arrivano alla diagnosi quando la malattia è in uno stato avanzato. Spesso in questo caso la persona affetta da Aids non ha la possibilità di iniziare una terapia antiretrovirale. In particolare sono state scoperte due specie di Hiv: l’Hiv-1 e l’Hiv-2. La prima si trasmette più facilmente e rappresenta la fonte di maggiori infezioni presente nel mondo. La seconda, invece, è maggiormente diffusa nei paesi africani. Entrambe derivano da virus simili che infettano l’uomo. L’Hiv-1 proviene da un virus dello scimpanzé mentre l’Hiv-2 deriva da un virus di un cercopiteco presente in Guinea.
Classificazione delle infezioni da HIV
L’Oms ha realizzato, nel 1990, una scala in gradi in cui sono presenti i vari stadi della malattia. In particolare quattro sono gli stadi presenti nella tabella aggiornata nel 2005: Il primo riguarda l’infezione da Hiv non categorizzata come Aids e asintomatica. Il secondo riguarda invece manifestazioni con infezioni del tratto respiratorio. Il terzo stadio si manifesta con diarrea prolungata, tubercolosi e gravi infezioni batteriche. L’ultimo stadio comporta sintomi come la Toxoplasmosi del cervello e il sarcoma di Kaposi. Tuttavia in soggetti sani alcune di queste infezioni possono facilmente essere sconfitte.
La terapia
Non esiste ancora un vaccino efficace ma sono numerosi i preparati in fase di sperimentazione. La terapia, infatti, è basata su una miscela di farmaci che rallentano la replicazione dell’Hiv. Disponibile dal 1996 la terapia la terapia non assicura al paziente la guarigione ma migliora la qualità della vita della persona e la prolunga. Secondo i dati dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità ( Oms ) e del programma delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids ( Unaids ), alla fine del 2001 le persone affette da Hiv erano 40 milioni. La stragrande maggioranza dei pazienti affetti da tale patologia vive nei paesi dell’Africa sub sahariana e nel sud – est asiatico. In Italia i casi registrati nel 2001 erano oltre 48.000. grazie ai farmaci antiretrovirali, però, il tasso di mortalità si è ridotto dal 100% all’8%. Tuttavia resta ancora alta la probabilità di interrompere o cambiare il trattamento per problemi di tolleranza. Aumenta, inoltre, l’età di contagio sia per gli uomini che per le donne. E nonostante i progressi occorre tutt’oggi essere in guardia nei confronti di una patologia diventata la malattia del secolo insieme ai tumori.
Nuove terapie all’orizzonte
Nel trattamento dell’Hiv arriva una novità, considerata nel campo della medicina la pietra miliare nella terapia antiretrovirale. I trattamenti antiretrovirali consentono di ritardare l’insorgere di complicazioni associate all’Aids e i trattamenti cambiano costantemente. In Italia arriva il primo farmaco che contiene le 3 molecole antiretrovirali in un’unica compressa. Da qui arriva, dunque, la convenienza di non dover più assumere necessariamente più pillole in una giornata. La ricerca continua a migliorare i trattamenti attuali occupandosi della diminuzione degli effetti collaterali semplificando i regimi farmacologici.