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L’emocoltura: cos’è e quando ricorrervi

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L’emocoltura è un esame microbiologico che si svolge in particolar modo con lo scopo di isolare e identificare gli organismi presenti nel sangue in condizioni di assoluta sterilità.

Grazie a questo esame è possibile giungere a diagnosi di parecchie malattie, per scongiurarne eventuali conseguenze per diagnosi mancata o tardiva.

QUANDO E’ IMPORTANTE CHIEDERE UN’EMOCOLTURA

E’ bene sapere che questo esame è parecchio importante, anche se piuttosto semplice e quasi privo di controindicazioni, perché permette una valutazione generale e immediata delle condizioni di salute del paziente in determinati casi, garantendo così un intervento terapeutico mirato ed efficace.

E’ possibile chiedere un’emocoltura nei seguenti casi: endocarditi ed infezioni endovascolari, epiglottite acuta, polmonite batterica, malattia infiammatoria pelvica, pielonefrite ascendente, osteomielite ematogena, meningite batterica, ascessi endoaddominali, immunodepressioni, febbre di origine sconosciuta e infezioni sistemiche.

Il prelievo del sangue, in questi casi, dovrebbe avvenire durante il picco febbrile o al più in concomitanza con le prime fasi della comparsa della febbre: è comunque bene sapere che la presenza di batteri o di funghi nel sangue (batteriemia o fungemia) non va sempre associata ala presenza di sintomi.

Come abbiamo anticipato, il prelievo deve avvenire in condizioni di assoluta sterilità per garantire la sua affidabilità e la salute del paziente, pertanto sono obbligatori l’uso dei guanti di dispositivi sterili e, chiaramente, la disinfezione della cute per mezzo alcool isopropilico al 70% o iodiopovidone prima che avvenga il prelievo: esso può richiedere circa circa 10 ml per gli adulti, mentre nei bambini sono sufficienti circa 2-5 ml.

Per garantire la massima attendibilità del prelievo, è bene anche che vengano effettuati tre prelievi nell’arco di diverse ore e su diversi punti corporei, ma qualora ciò non sia possibile a causa di infezioni molto gravi, è possibile eccezionalmente considerare validi tre prelievi nell’arco di un’ora.

I campioni di sangue raccolti attraverso i prelievi vengono quindi analizzati in laboratorio dopo essere stati inoculati in specifici terreni di coltura, che possono essere solidi oppure liquidi: poiché la corretta crescita dei microorganismi avviene solo nell’arco di alcuni giorni, al medico verranno inviati quotidianamente dei report sempre più dettagliati sulla situazione, ma i risultati definitivi potranno essere pronti – e quindi potranno essere comunicati al paziente – solo dopo tre o quattro giorni ed in alcuni casi addirittura in una o due settimane.

I flaconi in cui viene raccolto il sangue vengono chiamati “flaconi Bactec®”, al cui interno è possibile rilevare la presenza di:

–         Terreno di coltura liquido arricchito (per aerobi, anaerobi, miceti o per uso pediatrico)

–         Composto che lisa leucociti (potrebbero falsare la rilevazione dei batteri)

–         Anticoagulante (SPS, sodio polianetolsulfonato)

–         Resina (ARD = Antibiotic Removal Device, lega e neutralizza antibiotici eventualmente presenti)

Esso vanno trasportati immediatamente o comunque in tempi molto brevi in laboratorio al fine di evitare eventuali danni al contenuto e di rendere impossibile l’esaminazione dello stesso.

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