I numeri del fumo.
Secondo recenti stime pubblicate dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ogni anno il fumo causa la morte di 3.000.000 di persone nel mondo. Tali cifre risultano ancora più impressionanti se si pensa che il fumo di sigaretta è la causa del 90-95% di tumori ai polmoni e all’apparato respiratorio e del 20-25% delle malattie cardiovascolari.
Maggiormente colpiti sono i paesi più sviluppati ma il trend di crescita del consumo di sigarette è in forte aumento anche nei Paesi in via di sviluppo, dove il consumo di tabacco è cresciuto di circa il 67% dal 1970. Attualmente il numero di fumatori nel mondo si aggira attorno al miliardo e si è stimato che ogni fumatore fuma in media 1.600 sigarette l’anno (pari a circa 6.5 kg di tabacco).
In Italia non va meglio. Da noi il fumo è causa di circa 80.000 decessi l’anno di cui 39.000 per cancro, 22.000 per malattie cardiovascolari e 13.000 per malattie respiratorie.
I danni del fumo.
Recenti studi hanno dimostrato che la cosa migliore che un fumatore possa fare è…smettere di fumare! Secondo gli esperti infatti il fumatore pentito riduce quasi del tutto i rischi legati alla precedente assunzione abituale di fumo. Il rischio infatti di malattie quali tumori, bronchiti croniche etcc..è, dopo 10 anni, pari a quello di un soggetto che non ha mai fumato. In realtà ciò è riscontrabile in chi smette di fumare prima dei 40 anni.
In chi è consumatore abituale di tabacco però il rischio di gravi patologie è scontato. Si tratta principalmente di danni all’apparato respiratorio, a quello vascolare, alla cavità orale e alla laringe, nonché all’apparato digerente e urogenitale e al pancreas. Danni gravi al feto sono riscontrabili nelle donne in gravidanza, cui si consiglia in modo categorico di fumare. Tali danni sono causati dalle sostanze tossiche generate dalla combustione di sigarette e sigari.
A risentire maggiormente dei danni del fumo è l’apparato respiratorio. Nei tabagisti è riscontrabile infatti un forte deficit del sistema muco-cicliare, che può portare a infezioni e infiammazioni. Le infezioni sono poi agevolate dalla ridotta attività dei macrofagi e dei linfociti. Gravi forme di enfisema sono poi causate dal rilascio di enzimi altamente dannosi che provocano la distruzione della parenchima polmonare; il che può portare a gravi forme di bronchite cronica, riscontrata in percentuale del 15% in chi fuma almeno un pacchetto di sigarette al giorno.
L’asma è spesso diretta conseguenza dell’aumento dell’attività bronchiale. Le sostanze contenute nel fumo però possono perfino portare a mutazioni del DNA, generando displasie dei tessuti e, di conseguenza, tumori.
L’apparato circolatorio è estremamente soggetto a danni di diverso genere legati al fumo.
L’immissione in circolo di catecolamine, dovuto alla nicotina, aumenta a dismisura la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, aumentando notevolmente il rischio di infarti e d ictus. Le concentrazioni di carbossiemoglobina causano una inadeguata ossigenazione del muscolo cardiaco. Il sangue aumenta la propria capacità di coagulazione a causa della nicotina. Conseguenza letale del fumo può essere persino la morte improvvisa dovuta all’immissione di noradrenalina. Tale sostanza genera forti scariche adrenergiche le quali, se in coincidenza con un periodo di particolare vulnerabilità ventricolare, possono causare morte immediata e improvvisa.
Non meno gravi però sono le lesioni del cavo orale e delle vie digestive, causate dagli stessi stimoli sopra descritti. Il fumatore è spesso vittima di laringiti acute e faringotonsilliti e tumori maligni all’esofago. Se associato ad altri fattori, il fumo può facilitare l’insorgenza di ulcere peptiche, gastriche e duodenali.
Numerose sono le ripercussioni che il fumo ha sull’apparato endocrino e metabolico. Nei fumatori si registrano vistosi aumenti dei livelli ematici di catecolamine, degli ormoni della crescita, prolattina, betaendorfine e cortisolo. Nelle donne è possibile riscontrare frequenti osteoporosi e menopausa precoce. La stimolazione del midollo osseo può portare a policitemia.
Nei fumatori si riscontra anche un innaturale aumento di valori di carbossiemoglobina, che risulta inutile ai fini del trasporto d’ossigeno. Il monossido di carbonio contenuto nelle sigarette infatti si lega con l’emoglobina formando proprio carbossiemoglobina.
Anche la pelle può subire danni, divenendo avvizzita, poco elastica e assumendo una colorazione grigiastra.
Il fumo in gravidanza.
I medici sconsigliano fortemente di fumare quando si è in stato di gravidanza e non solo perché, statisticamente, i neonati nati da madri fumatrici hanno un rischio di mortalità prenatale più alto, ma anche perché è possibile che il bambino risulti affetto da apnea di origine centrale, anche in forme gravi. Inoltre, i bambini nati in famiglie in cui sono presenti fumatori, possono arrivare a pesare, al momento della nascita, anche 250-300 gr. in meno di quelli nati in famiglie di non fumatori. Scontato è poi l’aumento di malattie e infezioni dell’apparato respiratorio inferiore.