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Il plancton è il vero motore del ciclo alimentare sulla terra

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Il plancton è il vero motore del ciclo alimentare sulla terra

Le osservazioni dei satelliti sui grandi fenomeni climatici della terra hanno portato a sensazionali scoperte anche nelle dinamiche e soprattutto vere priorità del ciclo alimentare. Fino a solo 20 anni fa non si sapeva quanta importanza abbia il plancton degli oceani nella produzione dell’ossigeno presente nell’atmosfera e come le dinamiche degli spostamenti di polveri da un continente all’altro determinino la fertilizzazione dei terreni e la crescita rigogliosa della vegetazione. Il Sahara nella foresta amazzonica E’ interessante osservare come siano presenti le sabbie del Sahara nella foresta Amazzonica e scoprire in quale modo abbiano assunto un ruolo fondamentale nella sua fertilizzazione. Il deserto africano del Sahara un tempo era verde e lussureggiante, ma ancora oggi gioca un ruolo chiave nel ciclo della vita sul pianeta. Il plancton è il vero motore del ciclo alimentare sulla terraIn maggio c’è il culmine della stagione secca, uomini percorrono in groppa dei cammelli una delle regioni più calde del Sahara, una depressione di un antico mare interno prosciugatosi 5000 anni fa. Il plancton è il vero motore del ciclo alimentare sulla terraLa sabbia calpestata dai dromedari, chiamata diatomite, è una roccia silicea formata dalle antiche carcasse di plancton, è ricca di composti di ferro e fosforo, due elementi necessari a tutti gli organismi viventi conosciuti. Basta che un solo granello diatomite si sollevi in aria per avviare uno strabiliante processo di rinascita. I granelli si disintegrano in una polvere sottile portata dal vento, ben presto l’aria diviene satura di queste particelle microscopiche. Se si osserva una animazione, ottenuta grazie ai dati del satellite mediosat, si nota una circolazione di polveri quotidiana, una nube che si solleva dal deserto puntuale ogni giorno a mezzogiorno. Quel processo iniziato a livello microscopico diventa una colossale tempesta di sabbia, alta come un palazzo di 100 piani, e larga centinaia di chilometri. La nube di antico plancton invade il continente africano, nella costa occidentale la sabbia si solleva nell’atmosfera e inizia una traversata epica dell’Atlantico, sospinta dal vento dominante. Dal satellite si può notare le 44.000 tonnellate di sabbia trasportate ogni giorno a migliaia di chilometri di distanza, fino all’Amazzonia. È proprio in queste nubi, che sovrastano la foresta pluviale, che l’antico plancton rinasce in un modo spettacolare: i minerali contenuti nella sabbia si dissolvono nelle goccioline e cadono sulla foresta amazzonica sotto forma di pioggia. Le precipitazioni si abbattono incessantemente durante la stagione delle piogge, riversando 41 miliardi di chili di sabbia africana sulla foresta sottostante. Quello che un tempo era plancton ora penetra nel suolo e nelle radici di fusti, alimentando la foresta. La fertilizzazione della foresta amazzonica compiuta dalla sabbia sahariana è rimasta invisibile all’occhio umano fino all’avvento del satellite “terra”: la strumentazione di questo satellite è talmente sensibile che è in grado, non solo di rilevare la migrazione della sabbia verso l’Amazzonia, ma anche di misurare la crescita della vegetazione dallo spazio. Finalmente ora è possibile osservare cosa succede al termine della stagione delle piogge, quando torna il sole: per la prima volta dopo sei mesi i raggi del sole inondano la foresta ed il risultato è un’esplosione di vita. Un’ondata verde dilaga nel continente, la migrazione della sabbia verso l’Amazzonia è solo uno di migliaia di processi simili che distribuiscono minerali vitali agli habitat di tutto il pianeta. Deserti, montagne ed antichi sedimenti, ciascuno ha una composizione diversa, e rientra nella catena della vita in una miriade di modi: ogni suolo del pianeta dipende da questi processi. Il plancton è il vero motore del ciclo alimentare sulla terraLe grandi pianure del Nord America sono il risultato di depositi glaciali, perfetti nella produzione di mais e frumento; in Bangladesh il delta del Gange è ricco di ferro eroso dall’Himalaya, un ingrediente essenziale per le piantagioni di riso; altri minerali vengono trasportati nell’aria, nell’acqua e nel ghiaccio su tutta la superficie terrestre, permettendo alla vegetazione di ridisegnare l’aspetto del nostro pianeta. Il satellite terra ha rilevato di recente che gran parte dell’ossigeno prodotto dall’Amazzonia e riassorbito di notte dalla vegetazione. Il rilascio dell’ossigeno in eccesso determina un passo successivo: due milioni di tonnellate di sedimenti fluiscono dalla foresta pluviale al colossale Rio dell’amazzoni, ogni 24 ore, ed i sedimenti vengono trascinati a est per 6000 km fino al delta del fiume amazzonico. Qui il plancton e l’acqua assorbono i sedimenti e, con il maggior assorbimento dei raggi solari e anidride carbonica dall’aria, la popolazione di plancton riesplode un’altra volta: la fioritura rilascia una quantità di ossigeno tale da essere visibile dallo spazio, e alla fine si può dire che la metà dell’ossigeno presente nell’atmosfera deriva dal plancton. Sono queste minuscole creature il vero polmone della terra. Sono loro a mantenere il prezioso equilibrio dell’aria e a permettere l’anello successivo del ciclo della vita: infatti un’atmosfera ricca di ossigeno volatile permette l’esistenza di creature più dinamiche e complesse, creature che si muovono velocemente usando la coda, le ali, le braccia e le gambe.   Tokke_sign8

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