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La sindrome alcolico fetale

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La Sindrome Alcolico Fetale o Fas (Fetal Alcohol Syndrome), è la principale conseguenza dell’abuso di alcol durante la gravidanza e determina l’insorgere di molteplici sintomi che coinvolgono lo sviluppo del feto, provocando danni sia a livello strutturale che comportamentale. Dato destinato ad aumentare in particolari categorie sociali, la Fas ha un’incidenza di circa 3 neonati su 1000. Ma la storia passata della famiglia (un passato di alcolisti, violenti, ecc.), non è l’unico caso che causa tale sindrome; in molti casi, infatti, può bastare anche solo l’assunzione di una bevanda alcolica al giorno perché i metaboliti dell’etanolo danneggino il feto. Sindrome alcolico fetaleConosciuta da tutti solo alla fine degli ani ’70, quando un gruppo di studiosi francesi analizzò una serie di malformazioni fetali e ne attribuì la comparsa all’abuso di alcol da parte della madre nel corso della gestazione, si intrapresero una serie di studi approfonditi intorno a tale sindrome, finalizzati all’analisi dell’azione tossica dell’acetaldeide (prodotto dal metabolismo dell’alcol), sullo sviluppo fetale. L’abuso di alcol può danneggiare il feto in qualsiasi fase della gravidanza, soprattutto se il consumo di bevande alcoliche supera gli 80 grammi al giorno, dal momento che la donna ha una tolleranza ed una resistenza inferiore all’uomo, a parità di statura e di dose alcolica giornaliera assunta. Il Journal of Developmental and Behavioral Pediatrics ha pubblicato una ricerca basata su una serie di interviste rivolte a personale curante e a persone vicine a 415 pazienti affetti da Fas, di età compresa tra 6 e 51 anni. Come atteso, lo studio conferma che i soggetti colpiti da Fas o Fae riportino molti problemi sociali gravi come comportamenti sessuali inadeguati, alcolismo, abuso di sostanze. Nel 40% dei casi di assunzione di alcol la Fas è accompagnata dalla comparsa di disturbi dell’accrescimento o malformazioni. Anche se la corretta patogenesi della Fas non è stata ancora chiarita, si è ipotizzato che l’acetaldeide, quale metabolita tossico dell’etanolo attraversi la placenta e danneggi il cervello del feto, in maniera diversa a seconda dello stadio di sviluppo. Il passaggio transplacentare di questi metaboliti determina una accelerata sintesi di prostaglandine e una vasocostrizione tale da generare uno stato di ipossia con conseguente sofferenza fetale. Le manifestazioni sintomatiche più frequenti della Fas, raccolte sotto il nome di “spettro di disordini feto-alcolici”, indicati con la sigla Fae, sono malformazioni cranio-facciali, danni alle aree cerebellari, malformazioni scheletriche, oculari, talvolta anche gastrointestinali ed epatiche, oltre a deficit dell’accrescimento e a disturbi dell’apprendimento. Le malformazioni organiche, sono causate dagli effetti tossici dei prodotti metabolici dell’alcol, tra cui l’acetaldeide, durante il primo trimestre di gravidanza, quando sta avvenendo la formazione degli organi e della struttura scheletrica fetale. Molto diffuse sono le malformazioni cranio facciali, la riduzione della circonferenza cranica, la riduzione della mascella e, della struttura mandibolare, malformazioni al viso, particolarmente alle palpebre, con riduzione delle fessure oculari, riduzione del labbro superiore. Durante il primo trimestre di gravidanza, l’esposizione del feto all’alcol, può determinare una riduzione della massa cerebrale, soprattutto al diencefalo, degli emisferi cerebrali, a livello del corpo calloso, in alcuni ma piuttosto rari casi, si manifesta microcefalia. Il nervo ottico è una delle strutture maggiormente colpite dall’effetto tossico dell’alcol, con una ipoplasia del nervo e, riduzione della capacità visiva. Le cause principali della sindrome alcolico-fetale sono sicuramente l’assunzione di alcol, in dosi non tollerate, nel corso della gravidanza, da parte della donna, ma non in tutti i casi si sviluppa il quadro dei disordini alcolico-fetali, infatti, perché effettivamente si manifestino, occorrono diversi elementi. Prima di tutto uno stile di vita materno poco salutare, che all’abuso di bevande alcoliche accompagna il fumo, l’uso di droghe anche in periodi precedenti la gravidanza ed un’alimentazione priva di vitamine essenziali, quali vitamina A, vitamina B, acido folico, indispensabili per l’organogenesi del feto. Diagnosticare questo tipo di sindrome non è così semplice. Negli ultimi decenni si è notato che gli studi sulla prevenzione alimentare, sull’effetto tossico di fumo, droghe, alcol, di farmaci in eccesso, sulla salute e sulla maternità, sono cresciuti sempre più, con valide prove a riguardo. Gli studiosi hanno rilevato che i bambini che ricevono una diagnosi precoce e provengono da un ambiente familiare stabile hanno una probabilità quattro volte più bassa di diventare soggetti socialmente problematici: “questi bambini possono riuscire nella vita, ma hanno bisogni particolari. E’ necessario che la comunità ne sia consapevole”. La diagnosi precoce e la conseguente tempestività della terapia rendono questi bambini capaci di rispondere meglio alle sensazioni, di imparare criteri di comportamento adeguati all’ambiente e di controllare le emozioni volatili, suggeriscono i docenti di psichiatria e scienze comportamentali Streissguth e Barr della University of Michigan, autori dello studio, che consigliano anche di considerare la Fas o la Fae come possibilità quando i bambini piccoli mostrano problemi correlati alla memoria, all’attenzione o al comportamento. Altri due studi recentissimi condotti dal Vancouver Coastal Health Research Institute indicano che l’esercizio fisico può effettivamente riparare i danni cerebrali provocati dalla Fasd (Fetal Alcohol Spectrum Disorders), mentre in uno studio separato i ricercatori della University of British Columbia hanno scoperto che i cuccioli di ratti ingravidati in laboratorio e nutriti con alcol etilico miglioravano la loro capacità di eseguire compiti prestabiliti dopo aver corso su una ruota; uno studio condotto successivamente è stato in grado di dimostrare che dopo l’esercizio fisico, nei ratti affetti da sindrome alcolica si formavano nuove cellule cerebrali. Il supporto da parte di un gruppo multispecialistico, che sappia intervenire nel risolvere il problema, sotto vari punti di vista, psicologico, nutrizionale, ginecologico, è l’obiettivo di diversi centri di studio a livello internazionale. Per conseguire un corretto sviluppo della crescita e un buon mantenimento dell’integrità delle strutture di membrana, per la formazione di tessuti e organizzazione cellulare, si consiglia l’assunzione di vitamine anti-ossidanti, (vitamina C, vitamina E, acido retinoico).

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