L’alimentazione degli anziani
L’alimentazione degli anziani è intimamente legata alla loro situazione:
· Fisica,
· Psicologica,
· Economica.
Gli anziani sono il gruppo più esposto alla malnutrizione e alle carenze dovute a insufficiente apporto di:
· Calorie,
· Proteine,
· Vitamine.
Effetti dell’età sull’alimentazione
Con l’avanzare dell’età, i bisogni alimentari cambiano. Sul piano quantitativo essi calano leggermente, i tessuti si rinnovano meno e la diminuita attività fisica fa sì che anche le necessità caloriche si riducano. Esiste però un limite al di sotto del quale si ha denutrizione vera e propria. Sul piano qualitativo, all’opposto, non c’è ragione per cui l’equilibrio tra:
· Proteine,
· Lipidi,
· Glucidi,
debba essere modificato, o variato l’apporto di acqua, vitamine e Sali minerali rispetto all’età adulta. La composizione dei pasti deve tenere conto della diminuzione:
· delle secrezioni gastriche,
· della ridotta elasticità dello stomaco e dell’intestino,
· di problemi ai denti.
Problemi fisici e psicologici
Innanzitutto, la perdita dei denti rende difficile l’assunzione degli alimenti solidi, anche se si ha la dentiera. L’artrosi diffusa complica i movimenti e allunga la preparazione e la durata dei pasti. La riduzione dell’attività fisica comprime anche i bisogni e comporta un contemporaneo calo dell’appetito. La riduzione delle secrezioni digestive rende dolorosa la digestione di pasti normali per u adulto, ma che risultano eccessivi per persone anziane. La depressione, frequente negli anziani e spesso aggravata dal rifiuto da parte della famiglia e dal ricovero in casa di riposo, si accompagna a una perdita dell’appetito. Il valore affettivo di ogni alimento si accentua ogni giorno di più. Alcuni cibi, benché perfettamente digeribili, vengono rifiutati, mentre altri sono oggetto di una ricerca continua. Questo problema è tanto più difficile da risolvere quanto più l’anziano tende a scegliere gli alimenti preferiti in gioventù o nell’infanzia, i quali spesso non sono più disponibili o consigliabili.
Conseguenze della cattiva alimentazione
Una cattiva alimentazione comporta spesso cinque diversi problemi sanitari.
La malnutrizione è l’effetto di un’alimentazione insufficiente o squilibrata. La perdita di peso può colpire sia le riserve grasse sia le masse muscolari, spesso contemporaneamente. L’affaticamento e l’inattività causati dal calo ponderale aggravano a loro volta lo stato di denutrizione, è un circolo vizioso difficile da spezzare.
Le anemie carenziali, causate da un apporto insufficiente di:
· ferro,
· acido folico,
· vitamina C,
si associano a una cattiva assimilazione di queste sostanze da parte di un tubo digerente affaticato.
L’osteoporosi è dovuta a un apporto insufficiente di:
· calcio,
· vitamina D,
associato a una scarsa esposizione ai raggi solari. All’origine può esservi un’intolleranza al latte e ai suoi derivati, o l’abitudine di non consumare questi alimenti.
La stitichezza è solitamente dovuta a una dieta povera di:
· acqua,
· fibre vegetali,
cui si attribuiscono i gonfiori di stomaco e la lentezza della digestione.
L’obesità è di solito la conseguenza di un’alimentazione poco equilibrata che privilegia i farinacei, poco costosi, e le materie grasse, a detrimento delle carni e soprattutto della frutta e della verdura. Il gusto pronunciato degli anziani per le cose dolci:
· dolciumi,
· marmellate,
· bevande zuccherate,
contribuisce ad accentuare questa tendenza.
Come limitare i rischi
Bisogna combattere contro le false teorie. Familiari, conoscenti e assistenti sociali devono cooperare per dissipare le errate convinzioni degli anziani sull’alimentazione, soprattutto riguardo alla carne, alla frutta e alla verdura. L’obiettivo è quello di riequilibrare l’apporto nutritivo. Bisogna combattere la solitudine; non c’è peggior pasto di quello consumato in solitudine. Le trattorie di quartiere, le mense negli istituti e negli ospedali, gli inviti tra vicini sono il miglior rimedio alla perdita d’appetito che affligge la persona sola. Occorre spezzare i pasti; quando il tubo digerente non riesce più a sopportare pasti abbondanti, la soluzione consiste nel diluirli. Cinque o sei pasti poco abbondanti possono sostituire i classici tre pasti. Il modello può essere quello dell’alimentazione contadina tradizionale, dove è normale fare cinque o sei colazioni nel corso di una giornata. Bisogna scegliere e frullare gli alimenti. Quando la dentatura non consente più di masticare, si possono frullare gli alimenti mantenendone le proprietà nutritive naturali. Si conserva così un appetito migliore che non mangiando cibi artificiali in scatola o confezionati. Una soluzione potrebbe consistere nel seguire un corso di cucina adatto alle proprie possibilità. Si potrebbe ricorrere alla consegna di pasti pronti a domicilio; i servizi sociali dei comuni e molte associazioni offrono agli anziani servizi di consegna dei pasti a domicilio, evitando loro la fatica di fare la spesa e di prepararsi da mangiare.
Alcuni consigli
Gli anziani devono imparare a equilibrare la loro alimentazione e prestare particolare attenzione a:
· assicurarsi un apporto di proteine sufficiente;
· continuare a mangiare frutta e verdura;
· assumere prodotti ricchi di calcio.
In caso di segni di anemia, occorre immediatamente consultare il medico.