Quello della allergie alimentari purtroppo è un fenomeno in costante crescita. Un numero crescente di persone infatti ne soffre e, in più, aumentano esponenzialmente anche le sostanze che sono potenzialmente in grado di provocare allergie più o meno gravi. Oggi infatti si riscontrano casi di allergie anche ad alimenti che fino a 15 anni fa non destavano alcuna preoccupazione.
Cos’è un’allergia
Ciò che consumente intendiamo per “allergia” è una reazione esagerata dell’organismo ad una o a più sostanze contenute negli alimenti consumati. Il problema è serio perché l’allergia può colpire diversi organi, dalla pelle al sistema respiratorio, a quello gastrointestinale. L’Unione Europea ha di recente tentato di porvi rimedio rendendo obbligatoria l’applicazione di etichette sulle confezioni degli alimenti, riportanti gli ingredienti potenzialmente allergizzanti. Da noi tale norma è in vigore dal 2006 ma i prodotti soggetti all’obbligo sono in costante aumento, segno che sempre più sostanze stanno divenendo potenzialmente pericolose.
Quando l’allergia è seria: lo shock anafilattico
Il pericolo maggiore per i soggetti allergici deriva certamente dallo shock anafilattico, che nei casi più gravi può portare persino alla morte per arresto circolatorio. Lo shock anafilattico infatti è una (alquanto rara) reazione allergica che porta un’improvvisa insufficienza cardiaca nel soggetto colpito, pertanto il cuore non riesce a pompare sangue in quantità sufficiente ad irrorare l’intero organismo, coinvolgendo nello stesso momento tutti gli organi, anche quelli vitali.
Chi è soggetto ad una reazione del genere, di solito è obbligato a portare sempre con sé una siringa contente un farmaco salvavita che stimola l’attività circolatoria, contrastandone l’insufficienza. Il più delle volte, la siringa è contenuta in un kit di pronto intervento con tanto di istruzioni per permettere a chiunque di somministrare il farmaco.
Conoscerne la causa: gli allergeni
Chi ha il sospetto di essere allergico ad una o a più sostanze deve necessariamente effettuare dei test per appurare quali siano le sostanze effettivamente pericolose e in che misura possono generare reazioni allergiche. La prima cosa da fare è una visita da un allergologo, che può prescrivere diversi esami da effettuare:
Rast: è un test volto a valutare le Immunoglobuline E specifiche nel sangue del paziente. Tale test viene effettuato attraverso un normale prelievo di sangue. Successivamente, nel sangue prelevato, si ricercano le immunoglobuline E relative ai singoli allergeni, che vengono classificati in sei gruppi di reattività.
Test di provocazione specifico: è il test volto a valutare precisamente il tipo di reazione ad una particolare sostanza allergizzante, somministrandola in day hospital e in ambiente medico strettamente protetto e controllato.
Prick test: è un test di stimolazione cutanea. Gli allergeni vengono messi in contatto diretto con la pelle del paziente, dopo aver praticato piccoli graffi con appositi strumenti del tutto sterili (generalmente vengono praticati sulle braccia). Dopo qualche minuto, se la zona di arrossa e si gonfia, vuol dire che c’è reattività e il paziente è allergico a quella determinata sostanza. Gli arrossamenti e i gonfiori, detti “ponfi” mostrano, a seconda della dimensione, anche l’intensità della reazione. Più è grande ed esteso il “ponfo” e più si è allergici a quella sostanza che lo ha provocato.
Attenti alle etichette
Le sostanze più allergizzanti devono, secondo la direttiva europea tuttora in vigore, essere tassativamente indicate sulle etichette degli alimenti, così come i loro derivati. Tali ingredienti sono:
· Latte
· Soia
· Arachidi
· Cereali e loro derivati che possono contenere glutine (segale. Orzo, grano, farro, avena, kamut e ceppi ibridati)
· Uova
· Crostacei
· Pesce
· Arachidi
· Anidride solforosa e solfiti in concentrazione che supera i 10 milligrammi per Kg. (oppure 10 mg per Lt espressi come SO2.
· Frutta a guscio (noci, nocciole, mandorle, noci di acagiù, pistacchi, noci del Queensland, noci del Brasile e noci pecan)
· Senape
· Sedano
· Semi di sesamo
Spesso troviamo sulle etichette la dicitura “può contenere tracce di…”. Per traccia si intende particelle di sostanze allergizzanti che possono essere accidentalmente presenti nel prodotto che acquistiamo. Ciò perché spesso quel prodotto è lavorato con gli stessi macchinari o negli stessi impianti di altri prodotti. L’indicazione in questione però non è obbligatoria ma molte aziende la appongono al fine di prevenire eventuali conseguenze legali derivanti dalla presenza accidentale di sostanze allergizzanti nel prodotto che stiamo acquistando.