Lo iodio

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Esattamente come il ferro, anche lo iodio fa parte di quella categoria di sali minerali conosciuta come oligoelementi o microelementi, che includono quelle sostanze presenti nell’organismo umano in piccolissime dosi. Gli oligoelementi si possono definire:

–         Essenziali;

–         Probabilmente essenziali;

–         Potenzialmente tossici.

Il secondo caso riguarda Sali minerali come silicio, manganese, nichel, vanadio, mentre il terzo caso rappresenta tutte quelle sostanze “potenzialmente tossiche” come ad esempio arsenico, piombo, cadmio, mercurio, alluminio, litio, stronzio, i quali sono in grado di svolgere importanti funzioni a concentrazioni molto basse. Il motivo per cui queste sostanze vengono definite potenzialmente tossiche dipende dalla loro biodisponibilità, ovvero dalla quota che viene effettivamente assorbita trasportata al sito d’azione e convertita nella forma attiva.

Il primo caso, invece, è quello dei microelementi essenziali, ovvero di tutte quelle sostanze come ferro, rame, zinco, iodio, selenio, cromo, cobalto, fluoro, che vengono considerate e definite come importantissime per l’organismo, in quanto una loro effettiva carenza rischierebbe di compromettere seriamente funzioni fisiologiche molto importanti.

Lo iodio, quindi, fa parte di questa categoria di sostanze, ed è parecchio utile sia per la sintesi degli ormoni tiroidei, messaggeri biologici importantissimi per regolare il metabolismo corporeo, sia perché svolge un’attività antiossidante: secondo studi recenti ed ancora da approfondire,  esso sarebbe inoltre in grado di proteggere l’organismo dai danni dell’ipercolesterolemia e da molte malattie cardiovascolari (aterosclerosi ed ipertensione).

ALIMENTI CHE CONTENGONO IODIO

Tra gli alimenti che contengono questo importante elemento per il corretto funzionamento dell’organismo umano, uno tra i più decisivi è il pesce, ma esso può essere presente anche nelle alghe (in particolare nel fucus o nella laminaria, presenti in molti prodotti dimagranti con lo scopo di accelerare il metabolismo), e, seppur in quantità minore, anche in alcune verdure, soprattutto quando esse vengono coltivate in terreni particolarmente ricchi di questo minerale.

Risulta quindi logico che una dieta particolarmente controllata sotto questo aspetto non induce generalmente a carenze di iodio, comunque facilmente sopperibili grazie ad integratori speciali, ma soprattutto grazie al sale iodato: la carenza di iodio, comunque, costituisce ancora un problema in quanto diminuisce la funzionalità tiroidea e può causare cretinismo, ritardi nella crescita (nel feto e nei bambini) e gozzo (negli adulti). Un deficit di iodio in età adulta è inoltre responsabile anche di altri sintomi come svogliatezza, stanchezza cronica e calvizie precoce.

Per questo, le dosi di assunzione raccomandate dalle società di nutrizione sono di circa 150 mcg e, per la donna, 200 mcg durante l’allattamento e 175 mcg in gravidanza.

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