Lo Yoga è una scienza prettamente soggettiva, finalizzata allo studio dell’interiorità umana, facendo emergere nel singolo individuo la consapevolezza della propria indole e del proprio carattere. Definito “unione o unificazione dell’anima individuale con il principio divino” dal sanscito yuj, lo Yoga è un esercizio individuale, che tende a conciliare la mente con il corpo, con lo scopo di instaurare una perfetta assonanza tra le due componenti umane. Lo si ritrova nel Rig-Veda, uno dei quattro libri di “Conoscenza Divina” indiani che, secondo alcune fonti, lo Yoga risale al 2000 a.C. o al 4000 a. C. Archeologicamente, le prime immagini di posizione yoga dal punto di vista archeologico si trovano sui sigilli di steatite della civiltà di Mohenjo-Daro – valle dell’Indo e ad Harappa, risalenti al 3000 a.C. Lo Yoga va quindi interpretato come “l’atto di aggiogare, di unire, di attaccare”, il cui significato può essere esteso e trasferito al controllo del corpo, della mente (manas) e dei sensi (indryas): “cavalli” assai ribelli per i quali è necessario il “giogo” della disciplina yogica. A questa prima interpretazione del termine yoga, se ne affiancano altre, per esempio quella di “associazione, connessione, unione” dello spirito individuale (Jivàtma) con quello universale (Paramàtma), definizione che troviamo in un celebre e fervido poema mistico indiano, il BhagavadGìtà (2000 a. C.). Lo yoga è una scienza e insieme un’arte entrambe suggestive e profonde. Oggi ci permettiamo di intendere più semplicemente con il termine “yoga” l’insieme di tecniche fisiche, mentali e spirituali praticate costantemente in ogni parte dell’India, da Ceylon all’Himalaya, e che vennero integralmente adottate dai Lama del Tibet, da alcuni scrittori mistici della Mongolia e della Cina e che furono realizzate fino nei conventi zen giapponesi. Tecniche millenarie che racchiudono mirabili segreti per il fisico, la mente e lo spirito. Come testimoniato nel corso dei secoli, lo Yoga è soprattutto prendere coscienza della propria essenza, simboleggiante un riflesso divino. Fortemente incentrato sull’armonia delle cose e dei mondi, ardente nemico delle teorie separatiste, lo Yoga non ammette la separazione tra mondo spirituale e mondo materiale. Ciascuna tappa del mondo fenomenico è uno stato di coscienza che si palesa grazie alle vibrazioni della forza vitale unica o Prana, più genericamente per una serie di oscillazioni eteriche. Quanto maggiori sono le vibrazioni, tanto più la coscienza si manifesta come entità fisica. L’atman, ossia l’anima e il nostro ego, è responsabile del nostro perenne senso d’insoddisfazione e d’incompletezza, percepito da numerose creature particolarmente sensibili. L’atman è soltanto un ingegnoso artificio della mente per perpetrare se stessa, un fugace riflesso del sè assoluto. I tentativi di conoscere l’atman ne rivelano il suo lato chimerico e fittizio. Infatti, taluni propendono per la sua impermanenza e vacuità. Lo Yoga, quindi, serve per riconoscere la natura egocentrica della propria mente e la naturale tendenza a creare fenomeni fittizi senza riscontri oggettivi; inoltre, insegna a non aggrapparsi a persone o cose in maniera morbosa; insegna a respingere i sentimenti immaginari o ingannevoli; aiuta a ricercare l’equilibrio in tutte le proprie attività, sia quelle di natura fisica, come il lavoro, lo sport e l’alimentazione, che di ordine psichico, come la cura dei rapporti affettivi e lo studio. Gli yoga più noti sono: – Hatha-Yoga: è il primo gradino di una disciplina che permette di rendere il corpo più agile, forte, sano. Letteralmente significa “ha” sole, calore, passione e “tha” luna, freddo e ricettività . Gli opposti in equilibrio. È lo Yoga ginnico dell’armonia psico-fisica, della salute e della longevità; – Karma-Yoga: lavoro e retta azione; – Bhakti-Yoga: amore cosmico; – Raya-Yoga: mentale; – Jnâna-Yoga: della filosofia, ragionamento, razionalità; L’uomo vive assorbendo il Prana, energia vitale diffuso nell’aria e negli elementi, che poi circola in 72 condotti superfisici detti nadi, analoghi al sistema nervoso, arterioso e venoso. Interiormente alla nadi cerebrospinale vi sono i centri psichici detti chakra in sanscrito e khorlos in tibetano, letteralmente “ruota”, perché trattasi di sfere di energia che si irradiano dai plessi e dai gangli nervosi alla colonna vertebrale. Rappresentano le porte di accesso per la corrente energetica e vitale nel nostro corpo psichico. I chakra principali sono sette, disposti dalla base della colonna vertebrale alla sommità del capo in senso verticale: – 7° Sahasrara (Mille petali): sommità del capo. Contatto con la Conoscenza Divina; – 6° Ajna (terzo occhio): centro della fronte. Facoltà visiva e immaginativa; – 5° Vishuddha (purificazione): gola. Espressione e creatività; – 4° Anahata (cielo interiore): cuore. Amore e relazioni affettive; – 3° Manipura (gemma lucente): plesso solare. Potere e controllo – 2° Svadhishthana (dolcezza): centro dell’addome. Sentimenti e creatività; – 1° Muladhara (radice). Plesso sacrale. Volontà di sopravvivenza. Qui di seguito alcune semplici posizioni: – Vrikâsana (ad albero): migliora il senso di stabilità ed equilibrio fisico, con benefici psicologici per la stabilità dell’equilibrio neuromuscolare; – Navâsana (a barca): bisogna mantenere l’equilibrio sui glutei, tonificando la muscolatura addominale e lombare; – Vajrâsana (a fulmine): bisogna mantenere i glutei stretti per tutta la durata dell’esecuzione. Serve a rafforzare i muscoli della schiena e delle gambe e a correggere cifosi dorsale e iperlordosi lombare; – Uttâna Stambâsana (a pilastro): bisogna tendere le braccia con le mani intrecciate sotto la schiena e bisogna sollevare le gambe espirando, mantenendo la posizione con respiri calmi e regolari. Serve a migliorare la circolazione sanguigna delle gambe, a tonificare gli organi del bacino e dell’addome; – Paschimottanâsana (a pinza): bisogna distendere completamente la colonna vertebrale in modo da tonificare tutti i legamenti nervosi. Serve a regolare la circolazione linfatica.
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