Lo xilitolo, anche chiamato zucchero del legno proprio perché viene estratto dal legno di betulla, dalla fibra di mais, dai lamponi, dalle prugne e dal grano, è un alditolo, composto da cinque atomi di carbonio ed utilizzato in ambito dietetico ed alimentare.
Esso venne scoperto da chimici francesi e tedeschi sul finire del XIX secolo, e divenne subito popolare, soprattutto in Europa, come dolcificante adatto ai diabetici: lo xilitolo infatti, ha un potere dolcificante molto simile al saccarosio, ma, poiché contiene il 40% in meno di calorie (2.4 calorie per grammo per lo xilitolo, 4.0 per lo zucchero), è considerato uno tra i dolcificanti più utili per l’alimentazione dei diabetici, in quanto non influisce particolarmente sui livelli di insulina.
Inoltre, sono noti la sua importanza ed il suo uso in ambito dentario: lo xilitolo fu oggetto di ricerche in Finlandia all’inizio degli anni settanta, quando gli scienziati dell’università di Turku riuscirono a scoprire che esso apportava benefici ai denti.
Lo xilitolo in Finlandia viene oggi anche utilizzato per dolcificare, cucinare ma soprattutto per confezionare dolci, anche grazie alla sua capacità di essere lentamente assorbito e metabolizzato dall’organismo, in quanto si tratta di un pentasaccaride.
Come ben sappiamo, i chewing gum che troviamo in commercio sono composti di questo edulcorante.
Oggi ci si chiede spesso se lo xilitolo contenuto nei chewing gum di quotidiano utilizzo sia realmente benefico – come molte pubblicità sono solite decantare – oppure non contenga proprietà positive per il nostro organismo: la salute orale è molto importante, ma chiaramente lo è tutta la salute del nostro corpo. I chewing gum che contengono questo dolcificante – o, per meglio dire, edulcorante naturale ipocalorico – rappresentano oggi un valido strumento per combattere la carie ed un importante aiuto per il mantenimento dell’igiene orale, grazie all’effetto detergente che essi svolgono attraverso l’azione meccanica di rimozione dei residui di cibo tra i denti.
Inoltre, la presenza dello xilitolo è di grande aiuto per combattere la placca dentale: la peculiarità di questo edulcorante è quella di non essere fermentato dai batteri della cavità orale e quindi di non consentire la formazione degli acidi che corrodono lo smalto dentale. Esso non solo inibisce l’attività dell’organismo responsabile della formazione della carie – ovvero lo Streptococcus mutans – ma comporta una riduzione dell’incidenza della carie tra il 30% e l’85%, riducendo addirittura la trasmissione al bambino dello Streptococcus mutans per le madri che assumono lo xilitolo.
Alla domanda, quindi, se lo xilitolo sia benefico o possa fare male, possiamo tranquillamente rispondere che esso non ha particolari effetti collaterali, eccetto quelli chiaramente lassativi legati ad un uso spropositato dei polialcoli: come tutti gli alcaloidi, infatti, ad eccezione dell’eritriolo, un eccessivo consumo di
Xilitolo può provocare effetti lassativi che comunque in genere si attenuano o scompaiono conseguentemente ad un uso prolungato.