Il fruttosio, o levulosio, è un monosaccaride la cui formula molecolare – C6 H12O6 – è identica a quella del glucosio ma presenta struttura e proprietà nutrizionali molti diverse tra loro. Particolarmente rintracciabile nella frutta – a cui deve il nome – ma anche nel miele ed in alcune verdure (uva matura, banane e pomodori sono tra gli alimenti maggiormente ricchi di questo elemento) il fruttosio apporta all’incirca 4 Kcal per grammo ed è inoltre presente in moltissimi cibi industriali e lavorati, utilizzato appunto per dolcificare questi alimenti. Le proprietà metaboliche del fruttosio sono dovute principalmente a due fattori: in primis, il basso indice glicemico di cui è composto, e inoltre il metabolismo del fruttosio bypassa l’enzima fosfofruttochinasi che catalizza la regolazione della glicolisi. Il metabolismo del fruttosio si serve di due vie metaboliche: la prima, detta via specifica – ovvero fegato e rene – è caratterizzata dagli enzimi fruttochinasi e aldolasi B: il primo enzima catalizza la fosforilazione del fruttosio a fruttosio 1 fosfato, che viene diviso in due triosi: gliceraldeide e diidrossiacetonfosfato. Il primo viene fosforilato dalla trioso chinasi e viene immesso nella glicolisi, mentre il secondo – ovvero il diidrossiacetonfosfato – viene convertito in gliceraldeide. La seconda via, detta via a-specifica – ovvero tessuto adiposo, muscholo scheletrico e cuore – è formata da enzimi come esochinasi, fosfofruttochinasi, aldolasi A, ed è meno efficiente della via specifica perché è inibita dal glucosio. Dal punto di vista delle proprietà endocrine del fruttosio, c’è innanzitutto da specificare che grazie al lento assorbimento intestinale e del rapido metabolismo epatico il fruttosio non aumenta la glicemia e l’insulinemia: infatti, se il fruttosio viene assunto in dosi ragionevoli – ovvero il 10% dell’introito calorico totale – non vi sono danni rilevanti, tutt’altro. Gli uomini che dolcificano le proprie bevande con il fruttosio, rispetto a quelli che utilizzano il glucosio, possono vantare, nell’arco delle 24 ore, una più bassa glicemia, una più bassa insulinemia e una più bassa concentrazione di leptina. Ma attenzione, questo deve avvenire in maniera del tutto limitata, perché questo profilo ormonale potrebbe determinare un aumento della fame, con conseguente aumento dell’introito calorico e diminuzione della spesa energetica, chiaramente a spese del nostro corpo, che può essere oggetto di un eccessivo aumento di peso e obesità.
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Il fruttosio
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