Il fluoro

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Il fluoro – il cui termine venne coniato da André-Marie Ampère e Sir Humphry Davy nel 1812, e che deriva dai primi usi della fluorite come agente fondente (dalla parola latina fluere) – è un elemento chimico che, a causa della sua reattività piuttosto elevata non è possibile trovare in natura, tranne che in piccole tracce nei materiali radioattivi.

Eppure, il fluoro non solo è rintracciabile in combinazione con altri elementi che rappresentano circa lo 0,065% in massa della crosta terrestre, ma è anche, seppur in quantità piuttosto limitate, una sostanza presente nell’organismo umano e comunque molto importante soprattutto per le sue funzioni di costruzione e mantenimento delle ossa e dei denti.

Infatti, poiché esso è parecchio fondamentale per la mineralizzazione dello scheletro e dello smalto, viene utilizzato nella prevenzione della carie dentale e delle fratture ossee conseguenti ad osteoporosi, soprattutto in combinazione con il calcio, altro elemento importantissimo nel corpo umano.

Ad ogni modo, le opinioni circa l’assunzione del fluoro sono da sempre parecchio controverse, perciò non esiste, ad oggi, una quantificazione reale circa la quantità ottimale da assumere, anche se essa è quantificabile tra 1 e 4 mg/die.

ALIMENTI CHE CONTENGONO IL FLUORO

Tra gli alimenti che vengono universalmente considerati alla base dell’assunzione di questo minerale, vi è senza alcun dubbio l’acqua, laddove comunque la quantità di questo elemento varia a seconda del suolo di estrazione. Altre fonti sono, invece, il pesce e più in generale i frutti di mare, ma anche altri alimenti e bevande come the, patate (soprattutto la buccia), cereali, birra, spinaci ed altri vegetali, rappresentano buone fonti di fluoro.

Le integrazioni non sono sempre consigliate, e la loro assunzione deve esser sempre guidata dal giudizio di un buon medico: ad ogni modo, è d’uso somministrare il fluoro sotto forma di gocce o compresse soprattutto ai bambini per favorire la loro mineralizzazione ossea ed eventualmente anche limitare al massimo la formazione di carie.

CARENZA ED ECCESSO DI ASSUNZIONE DI FLUORO

Nel primo caso, come è ovvio, si può assistere alla formazione della carie, mentre nel caso in cui l’assunzione di fluoro sia eccessiva si può andare incontro a vere e proprie macchie nello smalto dei denti, che a lungo andare possono causare dei solchi e delle gravità, antiestetiche ma anche abbastanza pericolose.

Per questo, quindi, ancor di più nel caso del fluoro è buona norma seguire le regole del buon senso e le indicazioni del proprio medico di fiducia, prestando anche particolare attenzione al periodo relativo alla gravidanza, quando il soggetto è più debole e quindi più suscettibile alla tossicità dell’elemento.

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