Prima di parlare dei microelementi sarebbe bene ricordare la suddivisione naturale dei minerali: da un lato esistono i macroelementi, ovvero quei minerali presenti nell’organismo in quantità maggiore e dall’altro, invece, gli oligoelementi, cioè presenti in quantità infinitesimali. Per questi ultimi è possibile fare ancora un’ulteriore suddivisione tra elementi utili (zinco, ferro, iodio, selenio, manganese, rame) e tossici, come il piombo, il mercurio, il cadmio e l’arsenico. In ogni caso, la tossicità dei minerali dipende essenzialmente dalla quantità che di essi perviene all’organismo, quindi sono tutti potenzialmente tossici a dosi elevate.
Quando si parla di microelementi ci si riferisce in particolare a quegli elementi nutritivi indispensabili – detti anche oligoelementi o elementi secondari – che è possibile rintracciare soprattutto nei tessuti vegetali, seppur in piccole quantità.
Essi infatti (citiamo in particolare Ferro, Rame, Zinco, Boro, Manganese, Molibdeno ecc), devono essere sempre presenti in piccole quantità nelle piante affinché possano svilupparsi correttamente, e una loro eventuale mancanza può essere spesso causa di ingiallimenti.
In particolare, alcune vitamine e minerali sono dei nutrienti che non apportano energia al corpo, e poiché agiscono spesso in dosi molto basse – ma la loro presenza, ricordiamo, resta comunque indispensabile – vengono detti micronutrienti: ciò, ovviamente, non significa che i microelementi siano meno importanti o abbiano un ruolo minore rispetto ai macroelementi, anzi, spesso la loro presenza è indispensabile soprattutto in persone che svolgono attività fisiche che contemplano grandi sforzi.
Queste persone, in alcuni casi, nono riescono a soddisfare i loro bisogni a causa di diversi motivi, che possono essere rintracciati nell’intolleranza al latte o nell’elevato contenuto di grassi nei latticini – che spesso spingono ad un uso di essi troppo limitato – oppure nel fatto che questi sportivi, molto attenti alla linea, tendono ad assumere quantità di cibo troppo limitate e che non rispettano i loro fabbisogni: molti di essi, ad esempio, non assumono abbastanza carboidrati e grassi, e limitano al minimo l’assunzione di zuccheri.
Ciò significa che, in situazioni come queste, spesso l’integrazione è indispensabile, nonostante più volte medici e nutrizionisti confermino l’importanza di una dieta equilibrata e ben assortita.
Uno tra i più importanti microelementi è senza dubbio il ferro, il quale entra nella costituzione di vari enzimi e regola numerosi processi biochimici come la sintesi della clorofilla, la fotosintesi, e la respirazione cellulare.
Il ferro è poi seguito dal boro, che favorisce lo sviluppo meristematico, il molibdeno il quale è invece responsabile dell’assimilazione dell’azoto, il manganese che ha il compito di favorire la sintesi della clorofilla e la fotosintesi clorofilliana, lo zinco il quale rende attiva la sintesi di aminoacidi e delle auxine ed il rame, che favorisce la sintesi proteica.