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Carenza di potassio

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L’apporto quotidiano di potassio può essere al massimo di 4 grammi: è una quantità, questa, che supera di gran lunga il fabbisogno giornaliero di questo elemento, motivo per cui è bene fare attenzione e seguire una dieta mirata e bilanciata per non andare incontro ad episodi di carenza o di eccesso di potassio.

Tendenzialmente, l’organismo umano è in grado, in condizioni di salute normali, di regolare l’assorbimento e l’eliminazione di potassio: nel primo caso, si fa riferimento all’attività dei reni, grazie alla quale il potassio va eliminato attraverso le urine. Questo chiaramente controlla la presenza di questo sale minerale nel corpo e ne previene casi di eccesso, che possono portare non solo all’intossicazione ma anche ad episodi di astenia, crampi muscolari, ipotensione, bradicardia e arresto cardiaco, e che possono essere dovuti ad insufficienza renale, disidratazione, insufficiente secrezione surrenalica.

Quando invece si verifica una condizione di carenza di potassio, poiché il meccanismo che ne regola l’assorbimento e l’eliminazione è sempre uguale, il corpo non riesce a riconoscere autonomamente che la presenza di questo sale minerale non è sufficiente, e ne elimina sempre la stessa quantità.

SINTOMI DA CARENZA DI POTASSIO

La carenza di potassio – che è definita ipopotassiemia nel linguaggio medico – può essere dovuta soprattutto a particolari stati patologici, come ad esempio può verificarsi in seguito ad una prolungata somministrazione di soluzioni prive di potassio, nel caso di iperfunzione dei surreni o di eccessiva assunzione di diuretici.

Tra le cause più comuni dell’ipopotasemia si possono ricordare:

  • abuso di liquirizia;
  • abuso di determinati diuretici (quelli potassiurici come la furosemide o i derivati tiazidici);
  • eccesso di sodio nella dieta ed insufficiente apporto di potassio;
  • disturbi relativi all’apparato digerente (con conseguenza di disturbi come vomito e diarrea);
  • esercizio fisico intenso, sudorazione profusa e perdite di liquidi in genere;
  • lavande gastriche;
  • terapia insulinica;
  • malattie renali;
  • assunzione prolungata di cortisone.

Generalmente, quando si verifica mancanza di potassio nel corpo si può andare incontro, nei casi meno gravi, a crampi muscolari, astenia, stitichezza e scarso appetito, mentre nei casi più difficili la carenza di potassio può determinare paralisi respiratoria, bradicardia ed aritmie cardiache, paralisi flaccida ed iporeflessia tendinea, ileo paralitico (ovvero occlusione intestinale per la cessazione dei movimenti peristaltici) e poliuria.

CARENZA DI POTASSIO: INTEGRARE O NO?

E’ una delle domande che maggiormente ci si pone in casi come questi: può essere utile o necessaria l’integrazione di potassio nel corpo, in caso di carenze?

In caso di una lieve carenza di potassio, si può aumentare il consumo di alimenti vegetali che lo contengono – in particolare banane, albicocche, pomodori, patate, legumi e frutta secca – e ridurre l’apporto di sodio.

Il reintegro di potassio attraverso l’assunzione di integratori è contemplato soprattutto nei mesi caldi e umidi ed è particolarmente consigliata agli atleti impegnati in sforzi prolungati, che, chiaramente, sono anche piuttosto soggetti ad impegnative sudorazioni e quindi a cali sostanziosi di sali minerali.

Il consiglio generale è comunque sempre quello di non esagerare con i dosaggi e di chiedere sempre, preventivamente, consiglio al proprio medico curante: una dieta sana ed equilibrata dovrebbe comunque bastare a non creare scompensi di alcun tipo.

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