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Praticare sport dopo i 40 anni senza rischi

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Praticare uno sport dopo i 40 anni è un efficace sistema per combattere l’invecchiamento. Il rendimento sportivo è ottimale tra i 20 e i 30 ani, poi si riduce progressivamente con il deterioramento dei sistemi:

· cardiovascolare,

. respiratorio,

· muscolare,

· osteoarticolare.

Il cuore, come i muscoli, perde il 20% della sua potenza massima tra i 20 e i 40 anni e in misura ancora maggiore in assenza di una regolare attività sportiva. Anche le articolazioni invecchiano, limitando l’ampiezza dei movimenti. Dopo i 40 anni, lo sport non deve più essere inteso come agonismo in senso stretto, ma piuttosto come un benefico esercizio all’aria aperta.

Continuare uno sport dopo i 40 anni
Il certificato medico annuale, obbligatorio per chi voglia iscriversi a un’associazione sportiva, può essere rilasciato dal proprio medico curante o presso un centro medico- sportivo. Dopo i 40 anni, è consigliato un elettrocardiogramma ogni cinque anni, o più spesso qualora il medico lo ritenga necessario. Lo sportivo allenato deve inoltre esercitare su se stesso una buona sorveglianza da solo: affanno, tempi di recupero troppo lunghi … Ogni disturbo in condizioni di sforzo deve indurre a sospendere l’attività sportiva e a sottoporsi a una visita di controllo. Alcuni sintomi richiedono l’interruzione immediata dello sforzo e un pronto intervento medico, tra questi sintomi vi sono:

· un senso di costrizione al peto o un dolore toracico, un dolore al braccio o alla spalla sinistri, oppure alla mascella, sono spesso i primi segni di un infarto miocardico e comportano l’interruzione immediata dell’attività sportiva e un intervento medico urgente;

· un’alternanza di rossore e pallore della faccia, ronzii auricolari, disturbi della vista e vertigini sono sintomi di una difficoltà di adattamento allo sforzo da parte dell’apparato cardiovascolare.

Iniziare uno sport dopo i 40 anni
Iniziare uno sport dopo i 40 anni richiede molta prudenza. Senza un adeguato allenamento, l’attività sportiva può rivelare punti deboli o postumi di precedenti malattie che nella vita di tutti i giorni non procurano alcun fastidio. Occorrerà in tal caso sottoporsi a un accurato controllo medico che dovrà includere:

· l’apparato muscolare e osteoarticolare: l’indebolimento di alcune articolazioni può essere una controindicazione alla pratica di alcuni sport;

· l’apparato respiratorio, le cui affezioni limitano la resistenza allo sforzo;

· l’apparato cardiocircolatorio, le cui lesioni possono essere aggravate dallo sforzo; leggere affezioni- rivelate da un elettrocardiogramma- o un’ipertensione al limite della norma richiedono esami più approfonditi (test per valutare il livello di sforzo tollerato senza rischi) effettuati da un cardiologo;

· l’apparato urinario: alcune affezioni urinarie (incontinenza) o genitali rendono sconsigliabile l’attività sportiva;

· ogni altra parte dell’organismo per la quale lo sportivo ha già subito una terapia.

Se gli esami risultano negativi, si può tranquillamente praticare un’attività sportiva. Se invece evidenziano anomalie, è meglio chiedere a uno specialista quali sono gli sport che si possono praticare e a quale livello. Dopo i 60 anni, si può svolgere un’attività agonistica soltanto sotto stretto controllo medico.

L’ autocontrollo
Occorre che lo sportivo sappia esercitare su se stesso una buona sorveglianza da solo. Dovrà, in particolare, sapersi misurare il polso immediatamente dopo uno sforzo e nei minuti successivi. Dopo uno sforzo ben dosato, la frequenza cardiaca al minuto (misurata su 15 secondi e poi moltiplicata per 4) non deve superare 200 meno l’età (in anni). Ovvero, per un soggetto di 50 anni, 150 pulsazioni al minuto; il ritorno alla frequenza iniziale deve richiedere più di qualche minuto. I sintomi che impongono l’interruzione dello sforzo devono essere conosciuti e rispettati; è soprattutto tra i 40 e i 60 anni che l’attività sportiva può provocare un infarto.

Alcuni consigli importanti per gli sportivi
Dopo i 40 anni, non praticare uno sport:

· senza una sorveglianza medica;

· senza un allenamento regolare e progressivo.

E’ fondamentale:

· conoscere i propri limiti;

· rinunciare all’agonismo;

· non partecipare a competizioni sportive dopo i 60 anni.

Alcuni consigli per gli sportivi ultraquarantenni

Con l’arrivo degli “anta”, età in cui il metabolismo inizia a rallentare, si ha la costanza di affrontare uno sforzo prolungato e poco vario come la corsa o la camminata a passo veloce e ritmato. Stimolano il metabolismo e fanno bruciare più velocemente i grassi. Fanno lavorare tutta la muscolatura del piede, costringendo glutei, cosce e gambe a un lavoro maggiore. La corsa o la camminata veloce vanno evitate se si ha qualche problema cardiaco. Usare sempre il cardiofrequenzimetro ed evitare i suoli irregolari. Procedere per gradi alternando corsa e camminata. Usare scarpe sportive, ammortizzate, in modo da dare stabilità e aderenza al suolo. A 50 anni,  molto spesso, si scopre di soffrire di osteoporosi, il nuoto è l’ideale perché viene svolto in assenza di gravità. Infatti, nell’acqua,provocare traumi alle articolazioni è nullo e i muscoli si rinforzano, rendendo il corpo più giovane e sinuoso.

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