La dieta del lattante si fonda su alcuni principi generali:
· Ogni bambino è un caso a sé; la quantità, il ritmo e il numero dei pasti devono adattarsi a ogni singolo bebè, le tabelle nutritive danno soltanto i valori medi ai quali non è obbligatorio attenersi strettamente;
· Lo sviluppo del bambino (altezza, peso, circonferenza cranica), controllato dal pediatra, determina se l’alimentazione è sufficiente o meno;
· Si devono rispettare i ritmi del bambino, soprattutto non si deve mai svegliarlo per mangiare, nessun lattante si è mai lasciato morire di fame;
· Il latte deve essere alla base della dieta del neonato per almeno cinque mesi e conservare un posto importante fino ai due anni;
· La pesata quotidiana non serve a nulla e mette inutilmente in ansia la madre. Se lo sviluppo del bambino non presenta particolari problemi, è sufficiente pesarlo una volta al mese.
Come si calcola la dieta del neonato
Per calcolare la dieta del neonato, ci si basa su:
· Altezza,
· Peso,
· Velocità dello sviluppo.
Un sistema molto semplice consiste nel calcolare un decimo del suo peso e aggiungere 200 grammi per avere la quantità di latte giornaliera, da ripartire tra le varie poppate.
Il latte materno
La prima funzione del latte materno è quella di fornire al neonato gli elementi di cui ha bisogno in proporzioni ideali. Il basso contenuto di protidi, uno dei componenti fondamentali delle cellule, evita un eccessivo lavoro renale, garantendo il fabbisogno minimo; le forti quantità di acidi grassi insaturi assicurano lo sviluppo del sistema nervoso. Un altro ruolo importante è quello di difesa dell’organismo del neonato, assicurata da:
· Anticorpi, presenti in abbondanza,
· Lattoferrina,
· Cofattori vitaminici, presenti soltanto nel latte materno,
· Enzimi.
Questo ruolo di difesa è inoltre rafforzato dalla presenza di cellule come i macrofagi, i monociti e i linfociti T e B. il latte materno è una miscela molto complessa di sostanze diverse, come il colostro, secreto dal primo giorno dopo il parto fino alla montata lattea, è ricco di proteine e anticorpi. Attorno al quattordicesimo giorno, il latte di transizione cede il posto al latte maturo, meno ricco in protidi, dei quali il neonato ha meno bisogno, ma più ricco in glucidi e soprattutto in lipidi insaturi, necessari alla formazione della cellule nervose e della guaina di mielina. La composizione varia anche nel corso della poppata, più diluito all’inizio, il latte diventa più denso alla fine. In media, in ogni litro di latte materno vi sono:
· 38 grammi di glucidi,
· 10 grammi di protidi,
· 70 grammi di lipidi.
Quando dura l’allattamento
La durata ideale dell’allattamento sarebbe di tre mesi, prima che il bambino inizi a fabbricare da solo i propri anticorpi, ma spesso ciò non si verifica prima del sesto mese. I bambini allattati durante questo periodo sono molto meno suscettibili alle allergie, soprattutto all’eczema atopico. Una durata più breve resta comunque benefica poiché perfettamente conforme ai bisogni del bambino durante la fase cruciale della crescita. Una durata maggiore è possibile con l’aggiunta di complementi a partire dai sei mesi, per assicurare la copertura del fabbisogno energetico e di sali minerali, tra cui il ferro.
Quando bisogna modificare la dieta lattea
Il fatto che il latte materno sia l’alimento ideale, non impedisce tuttavia di dare ogni tanto al bambino un biberon o un complemento alimentare. Se la madre non può allattare, il latte umanizzato è un sostituto accettabile. Il pediatra suggerisce il latte più adatto al bambino e la ripartizione della quantità quotidiana tra le diverse poppate:
· Sei poppate fino al peso di 4,5 kg,
· Cinque fino a 6 kg,
· Quattro al di sopra dei 6 kg.
Nei primi giorni è necessario aggiungere un po’ di vitamina D. Verso il terzo mese, si raccomanda la somministrazione di succo di frutta e di vitamina C per facilitare il transito intestinale. Verdure e composte di frutta vanno progressivamente aggiunte a partire dal quarto o quinto mese; carne e pesce non vanno somministrati prima del sesto mese, in quanto non aggiungono nulla al latte e obbligano il bambino a uno sforzo digestivo per il quale il suo organismo non è pronto. Dopo i sei mesi, il bambino consuma quattro pasti al giorno, di cui almeno due a base di latte; a colazione e a cena potrà mangiare un piatto a base di verdure:
· Patate,
· Carote,
· Ortaggi verdi,
mescolate a piccole quantità di carne o di pesce (20- 30 grammi). All’inizio il bambino forse rifiuterà questi cibi che per lui sono nuovi. Non c’è alcun bisogno di sforzarlo a mangiare, basterà ripresentargli lo stesso cibo qualche settimana più tardi.