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Guarire dall’ictus: si può?

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E’ una malattia seria, dalle conseguenze temibili, ma se presa in tempo può essere curata. Ancora poche persone sanno che andare al pronto soccorso alla comparsa dei primi sintomi permette di arrestare il processo in corso e impedire che l’ictus causi danni irreparabili.

Cause dell’ictus
Il cervello è irrorato da una serie di arterie che gli portano:

·       il sangue,

·       ossigeno,

·       nutrimento.

Le principali arterie sono le carotidi, due grandi vasi simmetrici situati nel collo, che si ramificano in arteriole più piccole fino ad arrivare proprio a cervello. Il cervello ha bisogno di essere costantemente rifornito di ossigeno e glucosio attraverso il sangue. Può succedere però, che l’apporto di sangue all’improvviso venga a mancare: in questo caso si parla di ictus.

Un problema circolatorio
In Italia sono circa 900.000 le persone che hanno avuto un ictus. A queste, ogni anno se ne aggiungono 189.000. ictus letteralmente significa colpo, perché i sintomi si manifestano all’improvviso. Si tratta di una malattia che colpisce il cervello a causa di un problema circolatorio. Improvvisamente una sua parte non riceve il nutrimento necessario, perché l’arteria che la irrora si chiude o si rompe. Di conseguenza, la zona va incontro a sofferenza, poiché senza ossigeno e glucosio, non può svolgere la sua attività e rimanere vitale. L’area colpita è tanto più estesa quanto più l’arteria che porta il nutrimento è grande. Anche le conseguenze dipendono dall’estensione e dalle funzioni svolte dalla parte di cervello lesionata.

Due tipi di ictus

Vi sono due tipologie differenti di ictus:

·         ischemico;

·         emorragico.

L’ictus ischemico o ischemia cerebrale è più frequente. In questo caso il blocco del flusso sanguigno è causato da una chiusura improvvisa di un’arteria che porta il sangue al cervello. La causa è un ostacolo che arriva improvvisamente nella zona, come un grumo di sangue o un frammento di materiale che possono giungere dal cuore o da una placca di colesterolo nelle arterie del cervello. Se questo ostacolo che impedisce la circolazione non viene rimosso entro poche ore, le cellule nervose, non ricevendo più ossigeno, vanno incontro a un danno definitivo.

L’ictus emorragico avviene nel 15% dei casi, dovuto alla rottura di un’arteria cerebrale. Questo evento può verificarsi per l’aumento della pressione arteriosa che può causare emorragia cerebrale, o per la presenza di una malformazione della parete arteriosa che rompendosi, può dare luogo a un’emorragia nel cervello o fra le meningi.

 

L’importanza dei primi sintomi
L’ictus può essere transitorio, cioè causare problemi destinati a scomparire. In questo caso si parla di Tia o attacco ischemico transitorio. I sintomi durano meno di 24 ore e scompaiono da soli. Ciò non significa che non bisogna intervenire; appena si avverte qualcosa di strano è necessario recarsi al pronto soccorso perché non si può sapere in anticipo se si tratta di un ictus vero e proprio. Ecco perché è importante riconoscere i campanelli di allarme, come ad esempio:

·         mancanza di forza o sensibilità: compaiono all’improvviso in una parte del corpo. I disturbi si possono manifestare anche a braccia e gamba opposte, sempre all’improvviso;

·         difficoltà a trovare le parole: a capire ciò che stanno dicendo gli altri o semplice impaccio nell’articolazione delle parole perché una parte della faccia si paralizza.

·         Problema improvviso alla vista: non vedere più da un occhio o avere una visione sdoppiata;

·         Perdita di equilibrio: vertigini e mancanza di coordinamento.

Le conseguenze possibili dell’ictus
Il cervello è diviso in aree, ognuna delle quali è responsabile per il movimento e il funzionamento di diverse parti del corpo. Le conseguenze causate dall’ictus dipendono quindi da quali aree sono state colpite. Ogni lato del cervello controlla la parte opposta del corpo. Un danno al alto sinistro può causare:

·         Paralisi del alto destro e perdita di sensibilità;

·         Difficoltà di linguaggio e di deglutizione;

·         Tendenza a essere disorganizzato, più lento del solito nelle reazioni;

·         Perdita della visione nel lato destro di entrambi gli occhi.

Una sofferenza al lato destro del cervello può causare:

·         Paralisi della parte sinistra e perdita della sensibilità;

·         Mancanza dell’abilità di giudicare la distanza e le dimensioni;

·         Tendenza a essere impulsivi e a non valutare correttamente le proprie capacità;

·         Perdita della visione nel lato sinistro di entrambi gli occhi.

I soggetti più a rischio
L’ictus è un evento per certi aspetti imprevedibile, ma per altri controllabile. Esistono fattori di rischio non modificabili, sui quali non si può intervenire, che possono essere cambiati direttamente o tenuti sotto controllo.

Fattori non modificabili.

·         Età: il rischio è maggiore a partire dai 55 anni e raddoppia per ogni decade;

·         Sesso: gli uomini sono più a rischio;

·         Familiarità: se qualche famigliare è stato colpito da ictus è più probabile soffrire della stessa malattia.

Fattori modificabili.

·         Malattie del cuore: come fibrillazione atriale o infarto, possono favorire la formazione di emboli diretti al cervello;

·         Ipertensione arteriosa: può causare ischemie e rotture dei vasi;

·         Presenza di placche di colesterolo;

·         Diabete;

·         Fumo;

·         Alimentazione scorretta;

·         Sedentarietà.

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