L’incontinenza urinaria colpisce in egual misura uomini e donne: la percentuale è di uno su cinque per gli anziani che vivono a casa propria e di uno su tre per quelli che vivono in casa di riposo.
Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria
Le cause neurologiche includono tutte le malattie del sistema nervoso centrale che alterano il controllo della vescica.
· disturbi vascolari,
· la malattia di Alzheimer,
· il morbo di Parkinson,
· i tumori
si accompagnano spesso a incontinenza, come pure la sclerosi multipla e i traumi vertebrali che comportano lesioni del midollo spinale. Il diabete e la sifilide compromettono la tonicità della vescica, causando lesioni alle terminazioni nervose locali. L’incontinenza dovuta al rigurgito della vescica troppo piena è provocata da un’ostruzione dell’uretra. Può essere la conseguenza di un utero fibromatoso, di un colon pieno di materia fecale o di una serie di infezioni. Il rilasciamento dello sfintere della vescica è un effetto secondario di numerosi farmaci usati dalle persone anziane. L’incontinenza da sforzo è una conseguenza, nella donna, degli interventi chirurgici sull’apparato genitale che provocano il rilasciamento dei muscoli pelvici e, nell’uomo, di interventi alla prostata.
La falsa incontinenza
La falsa incontinenza, o incontinenza indotta, è una condizione temporanea e reversibile. L’intervallo tra la percezione e il bisogno di urinare è più breve nelle persone anziane, che non possono trattenere a lungo l’urina. Tutto ciò che ritarda la minzione può pertanto causare una perdita di urina:
· immobilizzazione conseguente a un trauma o in un letto con le sponde,
· difficoltà motoria,
· gabinetti inaccessibili,
· stati di incoscienza dovuti a una malattia,
· farmaci,
· all’alcol.
Le infezioni urinarie o vaginali, il diabete e i diuretici sono tutte cause temporanee di incontinenza. L’emissione di urina può anche essere un sintomo di aggressività o una manifestazione di insicurezza, come accade, per esempio, quando una persona anziana teme di essere trasferita in una casa di riposo.
Terapia dell’incontinenza urinaria
La visita medica si svolge in tre fasi:
- Un colloquio con il paziente e un esame clinico generale;
- Un’analisi del comportamento attraverso colloqui con i familiari o le persone che lo assistono;
- Eventuali esami complementari per confermare la diagnosi e scegliere la terapia.
La terapia, nei casi curabili, consiste nella ricostruzione del pavimento pelvico o nella rimozione chirurgica di un ostacolo prostatico. Questi casi sono tuttavia rari e tale intervento è difficile da sopportare dopo i 75 anni. I farmaci, che riducono le contrazioni della vescica e aumentano il tono dello sfintere in alcuni casi e rafforzano le contrazioni in altri, sono ampiamente utilizzati, con risultati che variano da paziente a paziente. La rieducazione è fondamentale. Essa riguarda la vescica in caso di incontinenza da ostruzione, lo sfintere e i muscoli del perineo in caso di incontinenza da sforzo. I risultati dipendono dalla collaborazione del paziente e dal metodo. Nel 70% dei casi si ha comunque un sensibile miglioramento.
Effetti psicosociali dell’incontinenza
Essere incontinenti è fonte di fastidi, vergogna e ansia. Gli effetti indiretti sono numerosi:
· Squilibrio alimentare con riduzione delle bevande per paura di urinare, con conseguente rischio di disidratazione;
· Disturbi respiratori dovuti all’ansia, disturbi motori per paura di perdite e disturbi del sonno per timore di emissioni notturne;
· Trasandatezza nel vestire e rifiuto di indossare il pannolone;
· Macerazione della pelle a causa della prolungata umidità;
· Deterioramento dell’immagine di sé, isolamento sociale per paura del ridicolo, chiusura in se stessi e rifiuto di qualsiasi attività collettiva.
Le persone che circondano il paziente affetto da incontinenza, oltre ad avere un atteggiamento positivo e tollerante, devono anche:
· Stimolare regolarmente il soggetto ad andare in bagno o a chiedere il pitale senza attendere che il bisogno si faccia troppo pressante;
· Incoraggiare gli esercizi di rieducazione della vescica;
· Proporre bevande, a eccezione del tè e del caffè che hanno un effetto diuretico;
· Modificare l’ambiente che circonda il soggetto per facilitargli l’accesso al bagno.
Pannolone o catetere
La protezione diurna e/o notturna assicurata dal pannolone è molto utile in caso di incontinenza moderata. Efficace e discreto, il pannolone non comporta il rischio di infezioni. Quando l’incontinenza è continua o il malato, a causa della sua invalidità, non può cambiarsi da solo, si ricorre al catetere. Introdotto nella vescica attraverso l’uretra, il catetere è collegato a un recipiente, il che limita considerevolmente l’autonomia. L’uso prolungato del catetere comporta un certo rischio di infezioni alla vescica.