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L’Ipertensione Arteriosa

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Chiamata in gergo pressione alta, l’ipertensione arteriosa è una condizione preoccupante che indica una pressione più alta del normale. Cominciamo col dire che la pressione arteriosa è la pressione del sangue esercitata dal cuore sulla parete delle arterie durante le fasi di attività cardiaca, rappresentate dalla contrazione del ventricolo sinistro (sistole) e dal suo rilassamento (diastole). In fase sistolica si rileva il valore massimo di pressione (pressione sistolica o massima), mentre in diastole il valore minimo (pressione diastolica o minima). I valori di normalità sono leggermente influenzati dall’ora del giorno: mentre risultano più alti al mattino, appena svegli, si riducono, invece, durante la giornata e tendono a rialzarsi verso sera. I valori, inoltre, possono aumentare in seguito a uno sforzo fisico o ad uno stress emotivo. Altro fattore da considerare è l’età: la pressione aumenta con l’età, in quanto i vasi arteriosi si irrigidiscono notevolmente. Se prima era da considerarsi una cosa normale, dovuto all’età, oggi è considerata una vera e propria patologia. L’aumento della pressione arteriosa con l’età si può pertanto considerare come uno degli indicatori di invecchiamento biologico. L'Ipertensione arteriosaI valori normali della pressione arteriosa sono 140 mmHg per la pressione sistolica e 90 mmHg per la pressione diastolica; si parla di ipertensione in presenza di un aumento permanente della pressione arteriosa oltre i valori normali. Il grado dell’ipertensione può essere lieve, moderato o severo (uguale o superiore a 180/110). Poiché danneggia le arterie con ispessimento e depositi di grassi all’interno delle pareti, l’ipertensione causa danni in diversi organi provocando l’insorgere di ictus cerebrale, infarto, insufficienza renale, cardiopatia, disturbi visivi. Normalmente, i disturbi provocati dall’ipertensione arteriosa sono legati ai danni provocati dalla stessa sugli organi particolarmente sensibili ad elevati valori di pressione arteriosa. Il primo riscontro d’ipertensione arteriosa, soprattutto nelle forme lievi, è occasionale; è raro che essa inizialmente dia dei disturbi: spesso ci si accorge di una pressione superiore alla norma dopo anni dalla sua insorgenza. In ogni caso, i sintomi più comuni sono: cefalea, sensazione di testa pesante, ronzii alle orecchie, vertigini, perdita di sangue dal naso. Sulle cause dell’ipertensione arteriosa essenziale possono essere fatte solo ipotesi; infatti solo nel 5% dei casi si conosce la ragione della sua insorgenza (insufficienza renale cronica, feocromocitoma, stenosi dell’arteria renale, farmaci, sindrome di Conn, etc.). Si parla, allora, di ipertensione secondaria, legata, cioè a patologie note. In circa il 95% dei casi, invece, non è attribuibile ad alcuna causa e, pertanto, viene detta ipertensione primitiva, idiopatica o essenziale. Per effettuare una diagnosi che permetta di qualificare l’entità dei danni causati dall’ipertensione, occorre prescrivere, seguendo una rigorosa logica, l’esecuzione di una serie di esami più o meno complessi, estendendo in un secondo tempo le indagini, qualora dai primi accertamenti clinici e di laboratorio emergano sospetti fondati circa la presenza di una qualche malattia responsabile dell’ipertensione. Un iter diagnostico completo per evidenziare i danni dell’ipertensione è: – indagini di laboratorio: urine, azotemia, elettroliti, creatinina emocromo; – radiografia del torace; – elettrocardiogramma; – esame del fondo dell’occhio; –  visita neurologica. La terapia migliore è quella di seguire una cura diretta al controllo della malattia stessa, attraverso farmaci, come nel caso delle malattie del sistema immunitario e del sistema ghiandolare, o interventi, come nel caso delle stenosi vascolari e delle malattie del sistema ghiandolare non curabili con farmaci. La terapia, però, varia da caso a caso: in presenza di ipertensione essenziale bisogna abbassare direttamente i valori pressori. Oltre ai farmaci si può alleviare (se volete, curare in forma lieve) l’ipertensione attraverso l’esercizio fisico regolare, una dieta a basso contenuto di sale e grassi, la riduzione del peso, la limitazione nell’assunzione di alcolici. Secondo le statistiche, negli Stati Uniti il 20% della popolazione soffre d’ipertensione ed è in cura con farmaci; in Italia, probabilmente, la percentuale è simile, anche se è minore la percentuale di chi ricorre al medico, forse perché l’ipertensione non dà sintomi evidenti a meno che non sia grave e prolungata nel tempo.

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