La vita di un individuo ha inizio quando l’ovulo materno, fecondato dallo spermatozoo paterno, prosegue il cammino attraverso la tuba di Falloppio fino a giungere all’utero. Nel frattempo, si è già diviso in due cellule identiche; queste, a breve, diventano quattro, poi otto e così via. fino a formare una solida pallottola di cellule, chiamata morula. La morula si nutre delle sostanze di riserva contenute nell’ovulo.
Dopo una settimana, la morula si impianta, cioè resta attaccata alle pareti dell’utero. A questo punto l’embrione si è fissato nell’utero materno e si può affermare che la donna è in attesa. Dal momento in cui la donna risulta essere incinta, si considera la presenza dell’embrione umano, coincidente con la prima fase di un nuovo essere. Di lì a tre mesi il nuovo essere è chiamato feto.
Man mano che l’embrione cresce, anche l’utero si ingrandisce per poterlo contenere. Il nuovo essere ricevere nutrimento attraverso la circolazione sanguigna della madre, per mezzo di un importante canale. Si tratta del cordone ombelicale, che mantiene il feto unito alla madre. Così, circondato dal calore della madre, galleggia in un ambiente liquido – l’amnios, che lo protegge dai corpi e lo culla, mentre può ascoltare il battito del cuore materno e percepire i rumori provenienti dall’esterno. Ciò significa che il feto coglie le sue prime sensazioni.
Considerato questo primo passo del discorso nella maniera più semplice, la trattiamo in termini scientifici, cercando di capire in dettaglio le diverse corrispondenze discorsive.
Nella specie umana, la fecondazione avviene in genere in una delle tube e la fase iniziale dello sviluppo embrionale ha luogo durante il tragitto dell’ovulo fecondato lungo l’ovidotto fino all’utero, dove arriva quando si trova allo stadio di blastula (che nel caso dei mammiferi prende il nome di blastocisti).
Circa sei giorni dopo la fecondazione, quando la blastocisti consiste di circa 100 cellule, essa aderisce alla parete uterina, secerne degli enzimi che demoliscono una piccola porzione del rivestimento di tale parete e si insinua in essa, cioè si impianta; tra il settimo e il decimo giorno si stabilisce quindi il primo legame fisico tra la madre e l’embrione in via di sviluppo.
Le cellule della parete esterna dell blastocisti (che prende il nome di trofoblasto) si sviluppano nel corion, un sacco membranoso che circonda l’embrione e che svolge un compito fondamentale: in un primo tempo, assorbe sostanze nutritive direttamente dal sangue della madre, e, contemporaneamente, produce un ormone, detto gonadotropina corionica (hCG), che mantiene attiva la produzione di estrogeno e progesterone da parte del corpo luteo, impedendo così lo sfaldamento dell’endometrio e una nuova mestruazione. La quantità di hCG nel sangue della madre è talmente alta da venire escreta nelle urine: il comune test di gravidanza misura appunto la presenza di questo ormone nelle urine della madre. Successivamente, il corion si sviluppa e si intreccia con i tessuti materni formando la placenta, una struttura spugnosa ricca di vasi sanguigni che sarà il definitivo organo di scambio tra madre e figlio. Nella placenta, il sangue materno e quello fetale non si mescolano ma, attraverso le sottili pareti dei vasi sanguigni, l’ossigeno e le sostanze nutritive passano dal sangue materno a quello fetale, mentre, l’anidride carbonica e gli altri prodotti di rifiuto del feto diffondono nella direzione opposta, per essere poi eliminati da parte dell’organismo materno. Dopo alcune settimane, la placenta comincia a produrre essa stessa gli ormoni estrogeno e progesterone, che impediscono lo sfaldamento dell’endometrio e la comparsa di nuovi cicli mestruali, fino al termine della gravidanza.
Contemporaneamente, le cellule embrionali si accrescono e formano una seconda membrana fetale, l’amnios di cui parlavamo prima, un sacchetto pieno di una soluzione salina che protegge l’embrione (liquido amniotico), e il cordone ombelicale, che collega l’embrione alla placenta.
Lo sviluppo delle caratteristiche di ogni individuo è programmato nei suoi geni e, in genere, tutto procede in modo normale. E’ possibile, tuttavia, che certi fattori che alterano l’ambiente fetale possano causare danni al feto o addirittura l’interruzione della gravidanza. Un’alimentazione bilanciata, senza eccessi e ricca di proteine, l’attenzione all’uso dei farmaci, l’eliminazione del fumo e degli alcolici sono elementi indispensabili per portare avanti una gravidanza sicura per il bambino e per la madre.
Infatti, i bambini di donne che consumano quantità eccessive di alcol durante la gravidanza presentano con maggiore incidenza ritardo mentale, disturbi emotivi, malformazioni cardiache e anomalie facciali.
L’aborto spontaneo è molto più frequente tra le donne che fumano, e il tasso di mortalità nel primo anno di vita di bambini di madri fumatrici è più del doppio di quello di bambini di madri non fumatrici.
Le donne che assumono anfetamine o cocaina rischiano di avere figli con gravi malattie neurologiche, mentre le madri che fanno uso di eroina e altre droghe simili, spesso danno alla luce figli tossicodipendenti.
Anche se i test sui medicinali sono diventati molto severi, bisogna essere particolarmente prudenti, usando con massima cautela i farmaci; è necessario, inoltre, evitare l’esposizione a particolari malattie virali, come la rosolia ad esempio, che possono compromettere seriamente lo sviluppo del feto soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza.
Ancora prima che una donna possa sospettare di essere incinta, l’embrione ha già intrapreso e completato i primi stadi del suo sviluppo.
Nella terza settimana di gravidanza, quando l’embrione è di dimensioni minuscole, la gastrulazione stabilisce le basi del piano organizzativo del corpo e subito dopo si ha la neurulazione, che da inizio all’organogenesi. Durante la quarta settimana, si forma il cuore, che inizia subito a pompare sangue e, a partire da estroflessioni dell’intestino, i polmoni, il fegato e il pancreas; poi, in rapida successione, incominciano a formarsi gli arti, gli orecchi e gli occhi. Alla fine delle prime otto settimane l’embrione, che d’ora innanzi viene chiamato feto, possiede ormai gli abbozzi di tutti gli organi.
Tra la decima e la dodicesima settimana, quando il feto è lungo circa 40 mm, il battito cardiaco fetale diventa percepibile, e questo segna la fine del primo trimestre di sviluppo.
La differenziazione sessuale è uno degli eventi più curiosi del primo trimestre: infatti, nelle prime settimane di sviluppo, l’embrione ha già formato le gonadi, i dotti e i genitali esterni, ma tali strutture genitali sono ancora indifferenziate, cioè sono indistinguibili nel maschio e nella femmina.
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