Oggi si parla molto di benessere. Indubbiamente una vita sana non può non essere correlata ad una alimentazione corretta. Ma qual è l’alimentazione corretta? Sicuramente una che nel complesso ci faccia sentire energetici, in forma e non appesantiti. Ovviamente ognuno di noi, pur avendo molte affinità comuni, è molto diverso dall’altro e quindi non può esistere un unico regime alimentare valido per tutti. Ecco allora spuntare un infinità di proposte. L’alternativa di cui scriviamo è sicuramente innovativa in quanto non si ferma al concetto di calorie assunte ma va ben oltre: il controllo dietetico delle risposte ormonali. Alla fine degli anni ’80 il Dott. Barry Sears (scienziato e medico americano, laureato in biochimica, specializzato nella terapia del tumore e nel controllo dietetico delle risposte ormonali) identificò un regime alimentare ben preciso, definito poi a Zona, che regolasse la fisiologia umana (ovvero l’insieme dei processi chimici e ormonali che avvengono nell’organismo). Secondo questa teoria è proprio l’interazione complessa delle risposte ormonali che gestisce la fisiologia umana e l’alimetazione può guidare queste interazioni nella via giusta: la dieta a Zona si prefigge l’obiettivo di controllare per mezzo della dieta i livelli di eicosanoidi, importanti ormoni che fungono da “messaggeri biochimici” per i quali alla loro presenza si attivano o meno determinate funzioni cellulari. Un esempio classico è che gli eicosanoidi regolano il rilascio dell’insulina nel sangue per cui una loro regolamentazione regola indirettamente il diabete. Altro esempio è che regolano anche il rilascio di testosterone e dell’ormone della crescita. Ogni cellula del nostro corpo è in grado di produrli e per semplicità possiamo affermare che esistono due grandi categorie di questi importantissimi ormoni, defini “buoni” e “cattivi”: i primi hanno conseguenze positive per il nostro organismo e quindi sono a noi favorevoli, i secondi possono causare disfunzioni e quindi sono a noi sfavorevoli. La dieta a Zona, se seguita correttamente, induce la produzione di quelli “buoni” e reprime la sintesi di quelli “cattivi” con il risultato di migliorare molte funzioni del nostro organismo. Essa è concettualmente molto semplice, basta infatti ragionare a livello di ormoni e non di calorie assunte/bruciate, perciò l’effetto ormonale di una caloria di carboidrati è differente dall’effetto ormonale di una caloria di proteine. Sulla base di ciò una precisa quantità di proteine necessaria alla nostra massa muscolare a cui seguono carboidrati e grassi in proporzioni fisse rispetto alle proteine assunte permettono di ottenere una giusta risposta ormonale di eicosanoidi. Il rapporto individuato dalla dieta a zone prevede di assumere ad ogni pasto carboidrati, proteine e grassi secondo il rapporto 40/30/30. Il passo di partenza è l’individuazione del fabbisogno proteico giornaliero dell’organismo che mantenga e promuova la massa magra del fisico: Sears individua la quantità di apporto proteico di 1-2g per ogn kg di peso corporeo (secondo che si svolga anche attività fisica o meno). Passo successivo è stimare la quantita di carboidrati (prevalentemente frutta e verdura) e grassi (non saturi) che seguano il rapporto 40/30/30 con cui accompagnare i pasti. La dieta a Zona rapresenta un metodo innovativo e adattabile a ciascuno di noi, che osserva la risposta fisiologica dell’individuo all’assunzione del cibo andando oltre il semplice rapporto calorie assunte-calorie bruciate. Quest’ultimo rapporto, infatti risulta più difficile da stimare e può variare enormemente tra un individuo e l’altro e seguirlo comporta inoltre notevoli sacrifici. Non solo, la dieta a Zona conduce anche alla perdida di grasso e, quindi, di peso ma come effetto indiretto, curandosi principalemte di modulare i livelli di insulina nel sangue e di molti altri aspetti ormonali dando luogo ad un risultato complessivo di benessere fisico sotto molteplici aspetti e quindi anche mentale.
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