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Cuore, papliptazioni ed infarto: cosa c’è da sapere

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L’uomo sano sa di avere un cuore sano ma solo per sentito dire, il più delle volte per  conto di accertamenti medici o per mancati disturbi. Questo equivale a dire che di solito un cuore sano non fa notare la propria presenza attraverso nessuna sensazione. L’uomo è assolutamente incosciente dell’immenso lavoro compiuto da quella vera e propria pompa chiamata cuore.
Il cuore è considerato l’organo più resistente del nostro corpo: basti pensare al lavoro che esso svolge nel corso della nostra esistenza per distribuire il sangue nel nostro organismo. Questo compito è adempiuto dalla successione ritmica dei battiti cardiaci, come se fosse un orologio perfettamente regolato. Però il meccanismo del cuore non è così semplice come sembra; può capitare che questa speciale macchina si inceppi in particolari circostanze, pregiudicando il trasporto dell’ossigeno e delle sostanze nutritizie a tutto il corpo, rischiando di compromettere seriamente la circolazione sanguigna. Oggi la maggior causa di mortalità nel mondo occidentale è legata alle affezioni del cuore e dei vasi sanguigni: angina pectoris, infarto del miocardio, arteriosclerosi, ecc.
Per cercare di evitare il più possibile queste pericolose affezioni del cuore, bisogna cercare di tenere il cuore in buone condizioni, a partire dalla nostra dieta, ad esempio, quindi evitare l’obesità, astenendoci dagli alimenti ricchi di grassi e di colesterolo. Un alimentazione povera di zuccheri raffinati e di grassi ci porterà ad una vantaggiosa situazione cardiaca. Inoltre, è molto importante abolire il consumo di tabacco. Da non dimenticare che l’esercizio fisico è molto importante, da abbinare ad una dieta controllata. L’esercizio fisico contribuisce parecchio a tenerci in forma e a mantenere il peso ideale in rapporto alla statura e all’età. Tutto questo contribuisce a migliorare il rendimento del nostro cuore.
Talvolta il numero e la forza delle contrazioni cardiache aumentano considerevolmente in seguito a particolari circostanze, come sforzi fisici o eccitazioni di carattere psichico: le cosiddette palpitazioni. Questo fenomeno è da considerarsi normale se la sua intensità e durata sono adeguate all’attività svolta. Bisogna invece stare in guardia dalle palpitazioni che compaiono senza causa apparente nel corso di un’attività fisica abituale (come salire le scale, camminare con passo sostenuto, chinarsi) o in stato di riposo. Se, però, si accusano difficoltà respiratorie, arrossamento del volto, senso di vertigine, è consigliabile un controllo medico, in quanto ci sono motivi sufficienti per pensare alla comparsa di un’affezione cardiaca. Le palpitazioni sono frequenti in molti fumatori impenitenti e nei grandi bevitori di caffè concentrato, di e di bevande alcoliche. Si manifestano anche in seguito a qualche stato febbrile, come sintomo di debolezza e nelle persone a temperamento molto nervoso. In questi casi, le palpitazioni vanno via in fretta se si evitano i motivi di nervosismo eccessivo.
Spesso, accade che persone perfettamente sane, si allarmano in seguito a palpitazioni, le cosiddette “fitte al cuore”, che in certi casi posso allarmare per la loro intensità. Il rimedio è semplice: bisogna respirare a lungo e lentamente, cominciando a inspirare con cautela. Non c’è da allarmarsi: la loro origine è puramente nervosa ed è dovuta al complicato funzionamento del nostro corpo. Questo accade perché, detto in parole povere, il muscolo cardiaco si contrae fuori tempo producendo una sensazione anomala.
Per quanto riguarda le affezioni cardiache, tratteremo in particolare l’infarto.
L’infarto del miocardio è una malattia molto nota, soprattutto a causa della sua pericolosità, compromettendone gravemente la vita.
E’ dovuto a un’insufficienza coronarica acuta o ad una occlusione di una coronaria per trombosi o embolia. Si manifesta con dolore improvviso e violento in sede precordiale e retrosternale, al quale di associano spesso irradiazioni varie del dolore, nausea e vomito. La diagnosi è spesso seguita da una prognosi riservata. Oltre al rigoroso riposo a letto e le altre cure, ha assunto grande importanza la terapia anticoagulante.
L’infarto del miocardio provoca la necrosi (morte) di una parte del muscolo cardiaco: ciò si manifesta con un dolore continuo che può durare diverse ore. Si verificano casi di morte fulminante. In questi casi, ovviamente, è il medico a emettere la diagnosi di entrambe le malattie. Per fare ciò ci si sottopone all’elettrocardiogramma (ECG), ricorrendo a tale esame il prima possibile per prendere i necessari provvedimenti.
Prima della necrosi, il cuore si anemizza, cioè si riempie di sangue dai distretti vicini. Se l’organo non subisce complicazioni, giungendo allo stato letale per rottura dello stesso, la zona che ha subito infarto può anche guarire con esito cicatriziale.
L’infarto è una malattia abbastanza frequente, specie del miocardio; per questo, la patologia è stata oggetto di ricerche e di studi interessanti, grazie anche allo sviluppo dell’elettrocardiografia.
Non è stata ancora individuata la causa determinante delle affezioni cardiache. Il livello di rischio di ogni persona dipende sempre dalla combinazione di diversi fattori.
Il fumo di sigaretta è uno dei maggiori fattori di rischio; chiunque fumi 15 sigarette al giorno fa parte della categoria di fumatori incalliti.
Gli alimenti svolgono un ruolo importante; da non dimenticare che lardo, burro e uova sono ricchi di grassi che tendono a impedire la circolazione sanguigna a causa del loro elevato contenuto di colesterolo. L’obesità, infatti, è un grave fattore di rischio.
L’ipertensione (elevata pressione arteriosa) è un fattore con una diretta incidenza nelle affezioni cardiache, soprattutto se si riscontra in individui giovani.
Il fattore ereditario è molto importante. fatto di non aver avuto gravi affezioni cardiache all’interno della propria famiglia rappresenta una valida garanzia di non subirle a propria volta. Il rischio, al contrario, aumenta quando i più stretti congiunti (genitori, nonni, fratelli) hanno sofferto di qualche cardiopatia.
La tensione emotiva gioca un ruolo non indifferente. La continua tensione e l’aggressività sono fra le maggiori cause di malattia cardiaca.
Risulta difficile stabilire quale di questi fattori di rischio può rivelarsi particolarmente determinante per un individuo. Bisogna valutare nella giusta misura il ruolo che ognuna di queste cause svolge nella comparsa della malattia e rimuovere queste cause alla radice, sia che si tratti di cause fisiche, psichiche o di abitudini quotidiane.

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